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Aggiornamento: 8 nov 2019


A distanza di 14 mesi, ieri pomeriggio, gli autoveicoli hanno nuovamente percorso il ponte sul fiume Eleuterio, meglio conosciuto come il “Burrone Calabrese”, lungo la Strada provinciale n. 74 che collega Ficarazzi con la frazione marinara di Aspra. Ad annunciarlo la parlamentare del Movimento 5 stelle, Caterina Licatini, che fin dal primo momento si è attivata perché il ponte fosse riaperto dopo la chiusura disposta per motivi di sicurezza. “Ho seguito la vicenda del ponte con grande interesse – dichiara l’onorevole Caterina Licatini – e continuerò a farlo fino alla realizzazione di un progetto di manutenzione straordinaria che risale a qualche anno fa, finanziato per un milione e mezzo di euro”. La città Metropolitana di Palermo dopo avere posizionato la segnaletica e collocato il semaforo per determinare il senso unico alternato ha emanato ieri l’ordinanza di riapertura alla circolazione veicolare dopo che i tecnici hanno eseguito gli interventi di ripristino delle strutture e di messa in sicurezza del Ponte. Per tali lavori la città metropolitana ha stanziato un finanziamento di 2.680.000 euro. Soddisfazione è stata espressa dai commercianti che hanno subito un grande danno economico a causa della chiusura del ponte e che durante il periodo di chiusura si sono battuti con tutte le forze, organizzando anche un sit - in davanti alla Prefettura per chiedere un intervento risolutivo. “Poco fa (ieri per chi legge ndr) abbiamo attraversato il ponte con il responsabile dei lavori e il ponte da adesso è nuovamente aperto – dichiara il portavoce dei commercianti Gerardo Lorenzini – finalmente dopo tanto tempo si va tornando alla normalità.

Il ponte per noi rappresenta un’opera molto importante per la viabilità dell'intera frazione marinara. Adesso noi commercianti possiamo tirare un respiro di sollievo ed anche i cittadini di Aspra che per andare a Palermo non dovranno più percorrere oltre 20 chilometri a costo di enormi disagi. Sento si dire un grazie a tutte le persone che si sono realmente interessate alla vicenda a cominciare dall’onorevole Caterina Licatini e dal sindaco di Bagheria, Filippo Tripoli”. Anche il leader di “Ficarazzi in Movimento”, Antonio Martorana che aveva raccolto le firme per la chiusura del ponte esprime compiacimento dell’epilogo della vicenda. “Soddisfazione per qualcosa che aspettavamo arrivasse – dichiara – la ripresa dell'infrastruttura l’abbiamo cercata dal momento in cui ci siamo resi conto della situazione. Adesso controlleremo, perché una puntellatura non può essere il passaggio finale in cui lasciare il ponte. Rimarremmo sempre con incompiute ed al punto di partenza. Ma ovviamente il ringraziamento deve andare a chi si è attivato per rendere prioritario l'intervento sulle città metropolitane quindi sia forze cittadine che politiche”. (Nella foto Pig, la riapertura del ponte)





Da una parte le proteste dei dipendenti comunali che non ricevono gli stipendi da parte del Comune e dall’altra l’amministrazione comunale che non può fare fronte agli impegni a causa della morosità di una larga fetta di cittadinanza che non paga le tasse. E’ la situazione che si vive a Ficarazzi, il centro che sorge alle porte del Capoluogo alle prese con una situazione che si fa sempre più insostenibile soprattutto per i lavoratori che non vedono la luce in fondo al tunnel. “Nonostante le rassicurazioni del sindaco – afferma Marcello Lo Cascio, responsabile territoriale della Cisl Fp Palermo - Trapani, aveva dato l’allarme a ottobre e ad oggi nulla è pervenuto in busta paga. La situazione sta diventando davvero difficile per i dipendenti e le loro famiglie che si trovano senza emolumenti già da qualche mese. Non è più tempo di promesse, va trovata subito una soluzione”. La Cisl Fp Palermo Trapani intanto ha dichiarato lo stato di agitazione. “I lavoratori sono stati pagati fino al mese di agosto – precisa il sindaco Paolo Francesco Martorana – e sono pertanto, creditori degli stipendi relativi ai mesi di settembre e ottobre. I ritardi nei pagamenti sono dovuti alla mancanza di senso civico da parte di alcuni miei concittadini, i quali non pagano le tasse ed in particolare la tassa sui rifiuti. Bisogna chiarire che noi garantiamo un servizio a fronte del pagamento della tassa. I rifiuti vengono tolti giornalmente dalle strade e vengono conferiti in discarica a seconda della tipologia sulle piattaforme della differenziata”. Al 31 dicembre dello scorso anno 2018 la percentuale di evasione è stata del 40 per cento, corrispondenti diversi milioni di euro in meno entrati nelle casse comunali. Intanto i lavoratori vedono all’orizzonte un dicembre pieno di incognite, perché si avvicina un Natale amaro che vede a rischio anche la tredicesima. “Attualmente la percentuale di evasione è molto alta – aggiunge il sindaco Paolo Francesco Martorana – e si aggira attorno al 50 per cento, anche se il dato definitivo lo sapremo soltanto alla fine dell’anno quando i cittadini decideranno di pagare”. Tale vertenza sta mettendo in ginocchio tante famiglie che vivono una situazione economico-finanziaria molto precaria e non possono soddisfare agli impegni assunti. “Siamo costretti a ricorrere agli strozzini per pagare il mutuo della casa – dichiara un lavoratore che vuole mantenere l’anonimato – il Comune sappiamo che non attraversa un momento facile, ma noi come facciamo se non percepiamo gli stipendi”. Non è un mistero che il Comune di Ficarazzi sta attraversando una situazione finanziaria precaria al limite del default che se dichiarato farebbe scattare al massimo le aliquote delle imposte comunali. “La soluzione è pagare tutti – aggiunge il sindaco Martorana – tra l’altro per venire incontro ai cittadini, abbiamo spalmato la tassa su 5 rate e chi si lamenta che la Tasi è troppo alta e non paga nulla, dimostra di fregarsene del bene comune. I cittadini morosi, potrebbero almeno pagare qualche rata ed invece decidono di evaderla totalmente mandando in corto circuito l’amministrazione”. Lo scorso mese di ottobre anche gli operatori ecologici dipendenti della “Roma Costruzioni” che curano la raccolta dei rifiuti in paese, avevano annunciato una serrata perché non ricevevano gli emolumenti ed hanno minacciando di incrociare le braccia fino quando non ci sarebbero state certezze economiche per il futuro. L’auspicio di tutti è che i lavoratori possano ricevere quanto dovuto al fine di garantire un dignitoso sostentamento alle loro famiglie con il pagamento degli stipendi arretrati anche grazie alla collaborazione dei cittadini.



FICARAZZI - Nei giorni in cui ad Agrigento si celebra il suo ricordo, a Ficarazzi, l’istituto scolastico comprensivo viene intitolato a Rosario Livatino, il giudice ragazzino ucciso dalla mafia all’età di 38 anni la mattina del 21 settembre 1990 mentre si stava recando da Canicattì ad Agrigento per svolgere le proprie funzioni di giudice. L’autorizzazione all’intitolazione dell’istituto comprensivo è stata concessa dal prefetto Antonella De Miro che ha firmato un apposito decreto. La richiesta alla Prefettura era stata inviata dall’Ufficio scolastico regionale della Sicilia, dopo che la Giunta municipale aveva espresso il suo parere favorevole nelle seduta del 6 dicembre dello scorso anno, alla proposta del Consiglio di istituto della scuola, presieduto dal dirigente scolastico Mario Veca. “Questo risultato si deve alla proficua e costante collaborazione tra il dirigente scolastico e l'Amministrazione comunale – dichiara il sindaco Paolo Francesco Martorana – per la nostra Comunità è motivo di orgoglio potere dedicare l'istituto comprensivo a un magistrato, a un uomo dello Stato che ha combattuto ogni forma di criminalità organizzata nell'affermazione dei valori di libertà e di giustizia. Il magistrato Rosario Livatino, sarà per la Comunità di Ficarazzi, il custode dei nostri tesori più preziosi, i nostri bambini, le giovani generazioni che domani riceveranno il testimone delle responsabilità”. La cerimonia ufficiale si svolgerà nel mese di novembre quando la scuola avrà completato il concorso di idee tra tutti gli alunni nella individuazione del logo che caratterizzerà l'Istituto. “Che Livatino fosse un cristiano tutto d’un pezzo è fuor di dubbio – afferma il postulatore nella causa di beatificazione di Rosario Livatino, il vescovo Vincenzo Bertolone - . Nella sua agenda si legge un’invocazione che suona come consacrazione di una vita intera: “Ho prestato giuramento: sono in magistratura. Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione che i miei genitori mi hanno impartito esige”. (Foto: Wikipedia)


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