Venerdì 28 febbraio 2020, il Giudice per le Udienze Preliminari del Tribunale di Roma, Daniela Caramico D'Auria ha emesso la sentenza di non luogo a procedere nel processo che aveva coinvolto Padre Giovanni Salonia. La decisione del Giudice dimostra e dichiara ampiamente la fine “del calvario delle calunnie” sollevate contro di lui sia nel febbraio 2017, allorché fu nominato da Papa Francesco Vescovo ausiliare dell'Arcidiocesi di Palermo, sia a seguito dell'incontro avuto con il Santo Padre nella Cattedrale di Palermo in occasione della visita del 15 settembre 2018. L'improcedibilità dell'azione penale, sentenziata dal Giudice a motivo della tardività con cui era stata presentata la querela, conferma l'atteggiamento calunnioso, pianificato ai danni di Padre Salonia e contestualmente volto a delegittimare l'Arcivescovo di Palermo e a colpire il Santo Padre, mentre restituisce a Fra Giovanni la piena innocenza e l'autorevolezza sacerdotale e professionale che da sempre gli viene riconosciuta. «Nonostante tali infondate accuse, agevolate dalla diffusione di vere e proprie fake news da parte di alcuni organi di stampa, - sottolinea l'Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice - in questi due anni, insieme a Padre Giovanni Salonia, la Chiesa di Palermo, seppur nella dura prova, ha continuato a confidare nella magistratura ordinaria, attendendo nel silenzio e nella preghiera, il sopravvento di “ciò che è scritto nel libro della verità” (Dn 10, 21)».
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Il Vicario Generale, don Giuseppe Oliveri, ha inviato alle Comunità ecclesiali dell'Arcidiocesi di Palermo, le indicazioni riguardo l'emergenza Coronavirus. “In via del tutto precauzionale e cautelativa, in linea con le disposizioni emanate dalla Conferenza Episcopale Siciliana - si legge nella nota - si invitano i Parroci, gli Amministratori Parrocchiali e i Rettori delle chiese non parrocchiali, ivi comprese le cappelle degli Istituti Religiosi aperte ai fedeli, della Diocesi di Palermo ad attenersi, da oggi e fino a quando non verrà stabilito diversamente, alle seguenti indicazioni per evitare il diffondersi del contagio da Covid-19 (Coronavirus): Durante la celebrazione dell'Eucarestia, si sospenda lo scambio del segno di pace, oppure si sostituisca la stretta di mano con un semplice inchino; La Comunione sia distribuita sulla mano dei fedeli e non direttamente in bocca; Venga rimossa l'acqua lustrale dalle acquasantiere delle chiese. Volendo, poi, rivolgere maggiore riguardo e attenzione alle persone anziane e/o ammalate, che più di altre potrebbero contrarre l'infezione, si invitano i presbiteri, i diaconi e i ministri straordinari della Comunione a limitare le visite ai soli casi di vera necessità pastorale. Per evitare inutili e fuorvianti allarmismi, si esortano i fedeli a tenersi informati esclusivamente attraverso i canali istituzionali delle autorità competenti. La Curia si premurerà di fornire tempestivamente eventuali ulteriori indicazioni. Non manchi, infine, la nostra implorazione al Signore della vita perché ci liberi da questo male, conforti gli ammalati e sostenga quanti - operatori sanitari e ricercatori - sono impegnati nella lotta quotidiana per debellarlo”.
BAGHERIA - Un pubblico di studenti attento e partecipe ha preso parte alla giornata di riflessione e testimonianza di chi combatte la cultura mafiosa che si è svolto ieri mattina nell’auditorium dell’Itet “Don Luigi Sturzo” diretto dal dirigente scolastico Vito Cudia, in previsione della marcia antimafia Bagheria-Casteldaccia di mercoledì prossimo, organizzata dal Centro studi “Pio La Torre”. “La marcia non è una sceneggiata – ha detto Vito Lo Monaco il quale ha annunciato il prossimo appuntamento del Centro studi “Pio La Torre sulla violenza di genere – ma un esempio storico di una azione popolare unitaria che nasce dalla necessità di dire no alla mafia e al malaffare. Ripeterla ha un grande valore di partecipazione”. Le testimonianze di coloro che hanno subito le intimidazioni mafiose come l’altavillese Gianluca Calì, l’asprense Michelangelo Balistreri e il palermitano Daniele Ventura, ma anche di Claudia Koll che ha raccontato la sua esperienza nelle carceri ha tenuti incollati alle sedie centinaia di studenti. La giornata si è aperta con un video sugli angeli delle scorte realizzato dagli stessi studenti e da Salvo Cascino della IV/F che ha invitato i compagni a denunciare apertamente ciò che non va nella nostra società. Toccante la testimonianza di Baldo ospite presso “Casa dei giovani” la comunità terapeutica per il recupero dei tossicodipendenti il quale ha raccontato come sta recuperando il suo rapporto di genitore con i suoi figli e di Biagio Sciortino, presidente dell’Intercear che si sta impegnando sul territorio. Gianluca Calì l’imprenditore coraggioso che si è ribellato al pizzo ha raccontato la sua esperienza prima a Milano e poi il ritorno a Casteldaccia dove ha subito intimidazioni mafiose senza mai cedere. “Il momento più terribile sono state le minacce ai miei figli quando uscivano da scuola a Milano – ha detto - quell’esperienza mi ha toccato molto ma ho sofferto di più alla reazione di alcuni tanti genitori che prendevano le distanze. Occorre scegliere la legalità per cambiare lo stato delle cose a partire da noi che non siano eroi”. La testimonianza di Claudia Koll al carcere dove ha ascoltato un ragazzo che aveva partecipato ad un omicidio eccellente e sentiva il bisogno di essere perdonato. “Ho accolto la sofferenza dei carcerati – ha affermato Koll - pregando con loro per un cambiamento di vita”. Michelangelo Balistreri ha ripercorso la sua esperienza di imprenditore che ha subito una intimidazione da un suo amico d’infanzia e che ha rivelato di avere denunciato ancora una volta a gennaio alcuni estortori. “Il mafioso vuole ci togliere le emozioni – ha detto – che ci offre la nostra bella terra di Sicilia”. La direttrice della Caritas cittadina Mimma Cinà. “Ci siamo impegnati da tempo per questo territorio nell’ascolto – ha dichiarato – la povertà non genera la mafia, ma la mafia genera la povertà. (Nella foto Pig, Claudia Koll durante la giornata di lavori)
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