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«Apprendiamo che Sicilia Futura, sempre per ragioni legate ai propri valori in politica, decide di abbandonare il percorso con il Pd, per cercare fortune altrove. Sarebbe una bella notizia se non ci fossero stati da una parte la candidatura del suo segretario regionale nelle nostre liste alle primarie, a scapito dei nostri veri militanti e, dall'altra, i nostri avvertimenti che negli anni sono sempre caduti nel vuoto».

A dirlo è Antonio Ferrante, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico in Sicilia.

«Ci aspettiamo – continua Ferrante - da Sicilia Futura, che per bocca del suo segretario parla di un Pd che mette in discussione la sua anima moderata, pluralista e liberale, un gesto di coerenza anche nelle città dove siamo al governo, soprattutto a Palermo, che in queste settimane si sta caratterizzando per politiche di quel centrosinistra evidentemente poco gradito a Sicilia Futura. Diversamente dovremmo pensare di tratti di trasformismo puro».

«A loro e a chi, in questi anni, ha trasformato il Pd in un autobus del potere – conclude Ferrante - diciamo che daremo seguito al voto delle primarie e chiuderemo le porte agli opportunisti e ai trasformisti, in questo le liste per le Europee rappresentano un ottimo segnale di ripartenza».



«È paradossale che mentre a Verona sono prossime a riunirsi le peggiori destre dal dopoguerra, per premere sull'acceleratore della xenofobia e della negazione dei diritti, a Trapani, dove, in teoria, governa il centrosinistra, si debba creare un caso politico con il mancato riconoscimento del diritto alla genitorialità a una “famiglia arcobaleno”, nonostante un appello sottoscritto da migliaia di cittadini».

A dirlo è Antonio Ferrante, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico in Sicilia, riferendosi alla decisione del Comune di Trapani, guidato dal sindaco Giacomo Tranchida, che non ha riconosciuto la doppia paternità a una coppia gay che si era avvalsa negli Stati Uniti dell'utero in affitto per mettere al mondo due figli.

«Auspico – continua Ferrante - che l'amministrazione comunale non attenda un intervento da parte della giustizia civile, che ne sancirebbe la sconfitta politica davanti a una battaglia di civiltà. Anticipo che nel nuovo Pd, che inaugureremo quando verranno ripristinate le regole anche in Sicilia, le posizioni sui diritti civili dovranno essere chiare, nette e soprattutto diametralmente opposte a chi oggi governa la Regione e il Paese, senza più eccezioni e ambiguità di comodo».



«Con l'insediamento di Nicola Zingaretti segretario nazionale del Pd, è venuto il momento di risolvere il caso Sicilia o, come preferisco chiamarla, la “Questione siciliana”, ancora grave». A dirlo è Antonio Ferrante, ex componente della segreteria regionale del Partito Democratico e coordinatore dei comitati per Matteo Richetti in Sicilia.

«In nome di un partito che ha uno statuto e delle regole – continua Ferrante – è arrivato il tempo di discutere i ricorsi presentati in occasione delle mancate primarie alla segreteria regionale, che alla fine hanno visto autoproclamarsi l’unico candidato rimasto. Un compito al quale, sono certo, la nuova Commissione di garanzia non si sottrarrà. È fondamentale, inoltre, che le decisioni arrivino in tempi congrui, per impedire, come già accaduto a Napoli, che arrivino ricorsi anche alla magistratura Civile, fatto che rappresenterebbe un brutto segnale all'inizio di una stagione nuova apertasi con milioni di votanti alle primarie». 

«Attendiamo con fiducia – continua ancora Ferrante - l'esito positivo rispetto al nostro ricorso e quindi la celebrazione di congressi veri, tanto sul Regionale quanto nelle Province, immediatamente dopo le Europee e anticipo, sin da subito, la mia candidatura come segretario regionale del Pd Siciliano».

«Ho deciso di metterci la faccia – conclude Ferrante - per rappresentare le tante storie che, sui territori, sono considerate credibili perché impegnate ogni giorno contro l'onda populista e le peggiori destre e che, purtroppo, tanto nella fase delle primarie quanto nell'elezione della direzione nazionale, non vedono ancora quel cambiamento in nome del quale migliaia di siciliani si sono recati ai gazebo lo scorso 3 Marzo. Con l'impegno di dare voce a tutti loro. Da oggi io e chi mi starà vicino agiremo per aprire finalmente una fase nuova anche per il Pd siciliano. Costi quel che costi».


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