Il Consiglio comunale approva la richiesta del responsabile dei servizi finanziari Giovanni di Bernardo e dichiara il dissesto finanziario. Dal rendiconto di gestione 2018 approvato dal lo stesso organo consiliare si evince un maggiore disavanzo di amministrazione di 7.023.208,70 euro su un disavanzo complessivo di 9.912.517,02 euro, non ripianabile ai sensi della legge 267/2000 e con un saldo negativo di 488.203,56 euro. “Sulla situazione economica del Comune nessuno dei presenti nell’assise è esente da colpe – dichiara il leader di “Ficarazzi in Movimento, Antonino Martorana – con l'attuale sindaco, Paolo Francesco Martorana e l’ex vice sindaco e capo dell'opposizione, Pino Cannizzaro con cambiamenti di fronte da ambo le parti durante gli anni in cui questa situazione di crisi economica per il Comune è maturata”. Sempre secondo il responsabile dei servizi finanziari del Comune, l’aumento delle aliquote tributarie, gran parte già fissate nella misura massima consentita, non sarebbe risolutivo della condizione di insolvibilità, considerato il basso livello di riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie. Anche eventuali dismissioni del patrimonio comunale non determinerebbero, considerato il numero ridotto e le condizioni dei beni, l’acquisizione di proventi minimamente sufficienti a risolvere il problema finanziario. Inoltre i debiti fuori bilancio rappresentano un elemento di forte criticità per l’equilibrio finanziario. Le risorse da alienazioni andrebbero contabilizzate nel titolo IV delle entrate e quindi non sarebbero destinabili alla copertura dei debiti fuori bilancio da riconoscere in quanto si tratta di poste debitorie per corrispettivi di beni e servizi gestionali. Inoltre il Comune non dispone di nessun avanzo libero di amministrazione. L’importo complessivo dei debiti da ripianare è quantificato in 1.137.418,46 euro di cui 371.020,74 per il settore amministrativo e i servizi di segreteria generale, 964.063,84 euro per il settore dei Lavori pubblici e servizi ambientali e alla persona e 2.333,88 euro per il settore della Polizia municipale. C’è da sottolineare che la formazione dei debiti fuori bilancio è stata caratterizzata negli anni da una forte carenza di liquidità, alla conseguente formazione di debiti per servizi e forniture e alla formazione di titoli esecutivi. Un aggravio alle casse è dovuto pure al ricorso dell’anticipazione di tesoreria senza soluzione di continuità per garantire le spese obbligatorie che negli ultimi cinque anni è stata sempre superiore ai 3 milioni di euro il che ha fatto maturare pure gli interessi con un aggravio di spesa che negli ultimi due anni è stata rispettivamente di 88.974,50 euro e di 88.467,83 euro. A questo si aggiungano anche i mancati introiti che hanno fatto registrare una evasione che supera il 60 per cento delle entrate. Su 209.821.909,31 di accertamenti sono stati riscossi 77.087.694,62 euro pari al 37 per cento. Adesso si attende la nomina dei commissari a cui è demandato l’arduo compito di rientrare dai disallineamenti del bilancio. “Sul dissesto non mi pronuncio – afferma il sindaco Paolo Francesco Martorana – i commissari si occuperanno di gestire i debiti e i crediti del Comune mentre posso assicurare che il sindaco e la sua giunta rimarranno in carica fino alla scadenza naturale del mandato nel 2022”.
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Riunitosi il consiglio comunale, presenti solamente i consiglieri a sostegno della maggioranza, la delibera di dissesto finanziario viene ritirata prima di essere messa in votazione. Approvata solamente la presa d'atto riguardante le partecipate comunali e l'inizio dei lavori con fondi esterni riguardanti la scalinata del castello Giardina. Sulla delibera di fallimento finanziario. La decisione è maturata sul momento nella mattinata di ieri quando, per bocca del sindaco, si è appreso della sentenza 4 del 2020 della corte costituzionale in merito ai conti del comune di Napoli, riguardante l'attribuzione dei fondi dello stato per la ripiana del disavanzo. Decisione questa che mette ulteriormente il comune a rischio scopertura economica, ma assunta nel pieno delle facoltà e delle prerogative politico-amministrative. Si registra infatti che la volontà delle maggioranze rimane quella di avere una responsabilità personale nella vicenda disavanzo comunale.
Vediamo infatti cosa dice la sentenza citata velocemente dall'amministrazione in sede di comunicazione che ha portato al ritiro momentaneo dell'atto.
La vicenda riguarda il ricorso presentato dalla Corte dei Conti della Campania nei confronti di alcune acrobazie contabili del bilancio comunale partenopeo.
In sintesi: "Utilizzare anticipazione di liquidità dello Stato o di altri enti, come Cassa Depositi e Prestiti, per coprire disavanzi nascosti dal comune o comunque per liberare risorse per fare altre spese è illegittimo". Tecnicamente quindi la Corte Costituzionale dichiara "costituzionalmente illegittimi gli articoli 25 del decreto legge n.78 del 2015 e 1 comma 814 della legge 205 del 2017, per contrasto con gli articoli 81,97, primo comma, e 119 sesto comma, della Costituzione.
Senza entrare nei tecnicismi, si è ribadito nella sentenza il divieto di utilizzare le anticipazioni di liquidità per modificare il risultato contabile di amministrazione e quindi per assicurare forme di copertura giuridica alla spesa.
Ponendosi la domanda se queste nuove dalla Corte costituzionale salvano dal fallimento il comune di Ficarazzi, la risposta è no, anzi se possibile peggiorano la situazione di crisi delle casse comunali. Adesso aggravate da un ulteriore ostacolo alla ripiana del debito accumulato negli anni dalle amministrazioni susseguitesi da 20 anni questa parte e peggiorate sensibilmente negli ultimi.
Quindi solamente un time out per rifare i conti in senso peggiorativo sulla delibera di fallimento, non certo un salva condotti. Si passa al conteggio analitico, prendendo un po di tempo in vista dell'atto che metterà la pietra tombale sulle economie comunali ficarazzesi.
Era nell'aria da tempo. Il comune di Ficarazzi con oltre 9.9 milioni di euro in debiti non riesce più a coprire le spese.
Convocato il consiglio comunale in data 30 gennaio 2019 per la dichiarazione del dissesto finanziario. Adesso la palla passerà prima alla Corte dei conti per accertare le responsabilità sulla crisi delle casse comunali e poi al commissario. Arrivati alla piena attuazione dell'armonizzazione contabile i nodi quindi sono venuti al pettine. Dall'ultima delibera di consiglio comunale approvata in data 23 dicembre 2019 la numero 78. Viene apportato dal consiglio il bilancio di rendiconto 2018, con un grave ritardo rispetto a quanto previsto per legge a cui si aggiungono gli anni correnti del 2019 e del 2020 per cui non si ha ancora una stima complessiva della condizione debitoria. Entro il 2017 infatti l'amministrazione politica infatti avrebbe dovuto eliminare debiti per poco più di 4 milioni, ma invece i residui proprio dopo l'insediamento post amministrative iniziano a salire fino ad arrivare per il 2018 a quasi 10 milioni. Condizione che non potrà essere ripianata in nessun caso durante il mandato elettivo attuale. Vi riportiamo fra le altre la tabella dei residui accertati, all'01/01/2019, cresciuto esponenzialmente ogni anno ,riguardante il capitolo rifiuti. 2014 - 2.381.845 € 2015 - 2.969.871 € 2016 - 3.656.789 € 2017 - 4.687.624 € 2018 - 5.947.021 € Inoltre accertata un sostenibilità patrimoniale del disavanzo economico in numero negativi di -207,89%. Tutti debiti che dovranno pagare i ficarazzesi con le loro tasse, che quindi dopo il fallimento si spera vedranno un piano di rientro e stabilizzazione finanziaria, a quanto sembra dalle carte ancora molto lontano.
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