top of page

In merito a quanto riportato da alcuni organi di informazione circa la vicenda della sosta della processione del Santissimo Sacramento a Villafrati, in occasione della festività del Corpus Domini, davanti all'abitazione della famiglia di una persona condannata per mafia, si precisa quanto segue:

- prendiamo atto delle spiegazioni fornite dal parroco, don Guglielmo Bivona, e della sua dichiarata ed esplicita estraneità a qualsiasi forma di compiacimento o vicinanza a persone appartenenti ad organizzazioni mafiose;

- ribadiamo con forza, nel contempo, la condanna da parte della Chiesa di Palermo e del suo Arcivescovo di ogni forma di strumentalizzazione di qualunque tipo di manifestazione religiosa o di pietà popolare messa in atto da chicchessia.

A tal proposito riportiamo un passaggio del documento Convertitevi, pubblicato dai Vescovi di Sicilia  nel maggio 2018, a 25 anni di distanza dall'anatema di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi: «Non possiamo rassegnarci a veder degenerare le varie forme di pietà popolare in espressioni di mero folklore, manovrabile in varie direzioni, anche da parte delle famiglie mafiose di quartiere».

Nel ricordare, poi, il recente Decreto con cui l’Arcivescovo ha preso una ferma posizione circa l’appartenenza alle Confraternite da parte di persone condannate per reati di mafia o facenti parte di organizzazioni massoniche, desideriamo evidenziare ancora una volta le parole pronunciate da Papa Francesco, durante la visita  a Palermo, il 15 settembre dello scorso anno, in occasione del 25° anniversario del martirio del Beato don Pino Puglisi: «Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore… Convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle».

Lettera di don Guglielmo Bivona

"In seguito a vaste e infondate polemiche, scaturite da un falsa e tendenziosa interpretazione dei fatti relativi alla processione del 30 giugno 2019, mi fa dovere ricostruire rettamente gli eventi e le mie intenzioni.

Mi si accusa che  durante la processione del Corpus Domini, il cui itinerario è stato approvato dalla Curia, dalla Questura, nonché dal Sindaco e dal Comandante della Stazione dei Carabinieri, ho impartito  la benedizione da un altare, sito in prossimità dell’abitazione della famiglia di  un soggetto ritenuto appartenente ad ambienti mafiosi.

Tengo a precisare che per tradizione secolare, gli altari vengono preparati dai fedeli che vivono nei pressi dell'itinerario della processione e il loro allestimento è lasciato alla loro libera volontà, io non incido, né potrei in alcun modo incidere, sulla scelta di collocare in un luogo piuttosto che in un altro, pertanto non ho deciso io, in alcun modo, che lo stesso fosse posizionato presso quella abitazione.  Inoltre, alcuni si realizzano tradizionalmente in alcuni luoghi da sempre. Quindi la realizzazione dell'altare prossimo all'abitazione del soggetto suddetto non è stata fatta di proposito. Inoltre, non corrisponde al vero e smentisco espressamente la circostanza per cui mi sarei intrattenuto per salutare la moglie del “mafioso”.

A ben vedere, e se non si volesse strumentalizzare la situazione, lo scrivente ha tenuto lo stesso comportamento in più di 20 altari allocati lungo l’intero tragitto della detta processione.

Essendo assorto nel momento di preghiera che si stava vivendo, vedevo dinnanzi a me solo i fedeli e ho del tutto trascurato la circostanza per cui presso quell’abitazione potesse abitare la famiglia di un soggetto noto al malaffare.

Lungi dal sottoscritto il volere trasgredire le norme impartite dal Vescovo e dalle competenti autorità e soprattutto di voler rivolgere una particolare attenzione  ad un soggetto ritenuto “mafioso” o a suoi familiari, solo per rispetto umano o, peggio ancora per soggezione! Mi sono sempre battuto per la giustizia e la legalità e continuerò a farlo, partecipando alle varie iniziative di volta in volta previste e promuovendole. Mi sono sempre attenuto alle regole ed ai principi di onestà e correttezza, nei quali credo fermamente.

Per quanto riguarda, poi l’altro episodio al quale pure è stato attribuito rilievo dagli organi di stampa vorrei precisare che in occasione delle processioni sono solito benedire gli anziani ed i malati che si trovano davanti alle porte d’ingresso delle abitazioni.

Credo di avere poco da rimproverarmi davanti a Dio perché ho agito in assoluta buona fede, come ho sempre fatto nei quaranta anni nei quali ho dedicato il mio impegno esclusivamente alla cura delle anime ed, ove la mia condotta abbia però turbato qualcuno, me ne dolgo profondamente, ma non era certamente questa la mia intenzione".



“L’Inquietudine” è il tema del 395° Festino di Santa Rosalia, Patrona della Città di Palermo, il cui programma religioso sarà presentato nel corso di una conferenza stampa dall’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice, che avrà luogo

Sabato 29 Giugno 2019 nel salone Filangeri della Curia Arcivescovile alle ore 11.30

Saranno presenti il Vicario generale, mons. Giuseppe Oliveri, il Parroco della Cattedrale, mons. Filippo Sarullo, il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’Assessore alle Culture del Comune di Palermo Adham Darawsha, i Direttori Artistici del Festino Lollo Franco e Letizia Battaglia, lo scenografo del Carro Trionfale Fabrizio Lupo e Vincenzo Montanelli Direttore della VM Agency Group che si è aggiudicata la progettazione e l’organizzazione artistica dell’intera manifestazione affidategli dal Comune di Palermo.



La frazione marinara di Aspra celebra i 90 anni di storia della parrocchia di Maria Santissima Addolorata, eretta canonicamente nel 1929 dal cardinale Luigi Lavitrano. In programma una serie di celebrazioni ed attività culturali della comunità, guidata da don Vincenzo Battaglia e tra queste la storia dei dipinti che un giovane Renato Guttuso realizzò tra il 1929 e il 1930, nell’abside della chiesa. Suggestiva la storia degli affreschi, che furono fatti realizzare da monsignor Giuseppe Cipolla, storia figura della chiesa asprese, che per aiutare un giovane pieno di creatività a trovare i soldi per recarsi ad Assisi, dove aveva vinto un concorso per il restauro di un dipinto di Giotto, commissionò l’opera all’allora sconosciuto Renato. Monsignor Cipolla doveva, però, trovare la somma per pagare il soggiorno ad Assisi del giovane Guttuso e pensò di rivolgersi ai dodici padroni di barche di Aspra. Informò loro di avere intenzione di abbellire la Chiesa con degli affreschi e fece sì che gli Apostoli rappresentassero i volti dei padroni di barche. Affascinati dalla proposta, ognuno con la sua quota, i padroni aderirono all’offerta e finalmente Guttuso poté raggiungere Assisi. Si tratta di immagini della vita dei Santi, ed in particolare, due angeli con la tromba, la Pentecoste, Gesù che incontra la Madre sulla via del Calvario e la sua agonia nell’orto degli ulivi. Allora si gridò alla scandalo, alla profanazione e la Curia arcivescovile si adirò perché i fedeli sarebbero stati distratti durante le celebrazioni liturgiche perché i soggetti erano personaggi dell’epoca. Fu così che monsignor Cipolla, pur di non far distruggere quegli affreschi, decise di coprirli con dei grandi reliquari e quelli non nascosti furono ricoperti con latte di calce. Successivamente, grazie all’intuizione del parroco del tempo, don Mario Di Lorenzo, tali splendidi affreschi, furono riportati alla luce nel 1992, a seguito di un primo intervento conservativo eseguito dalla restauratrice Nicoletta Garraffa, con un finanziamento della Soprintendenza ai Beni culturali ed ambientali. In una teca della Rai Guttuso racconta la sua versione con un tono pacato e allo stesso tempo affascinante che provoca un tuffo al cuore e fa tornare ai tempi in cui i bagheresi in estate, a bordo dei carretti trainati da un asino o un mulo, si recavano ad Aspra in estate. “Quando venivo ad Aspra a fare i bagni, avevo 16 – 17 anni – racconta Guttuso – e conobbi il parroco, un uomo molto gentile, molto delicato, padre Cipolla, il quale mi disse di affrescare l’abside. Accettai la proposta con molto entusiasmo e dipinsi due angeli laterali e due scene, una del Cristo nell’orto degli ulivi e l’altra una scena dell’Ascensione. Per senso di verità che in fondo è una vecchia mania di dire sempre e di parlare di cose che conosco e che vedo, ho adoperato alcuni pescatori del luogo, in guisa di Apostoli, attorno a questa figura della Madonna che poi era una figura idealizzata, non era precisamente un ritratto”. Gli affreschi che rappresentano non solo un gioiello dell’arte di un grande artista, ma anche un pezzo della storia di Aspra, sono un’attrattiva turistica e culturale per la piccola frazione marinara. Le manifestazioni hanno avuto un prologo ieri con una solenne celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice. Domani (martedì 4 giugno) è prevista la giornata Eucaristica a partire dalle ore 9.30 con e lodi e l’esposizione del Santissimo Sacramento e alle 18 la celebrazione Eucaristica. Mercoledì 5 giugno 2019, alle ore 9 il suono delle campane in festa, alle 16.30 i tamburinai e le majorette sfileranno per le vie del paese e alle ore 18.30 la solenne celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Salvatore Di Cristina, Arcivescovo emerito di Monreale con la partecipazione dei parroci succeduti dal 1968 ad oggi. Giovedì 6 giugno 2019, alle 17 la celebrazione Eucaristica in memoria di mons. Giuseppe Cipolla, primo parroco di aspra e alle 18.15 il convegno: “La parrocchia di Aspra: storia, ricordi e testimonianze” con la partecipazione del docente Domenico Angileri, don Francesco Stabile, storico della Chiesa, mons. Pietro Passantino e Maria Vittoria Balistreri Cirello.


bottom of page