Bagheria - Si è svolta a Palazzo Butera alla Sala Borremans, nella giornata di martedì, 16 Aprile alle 17:30, la presentazione del Progetto Teatrale, intitolato: “Orlando&Rinaldo: da pupi a realtà”. Tale progetto teatrale, propone l’interpretazione della celebre Opera dei Pupi Siciliani, da attori in carne ed ossa, una vera e propria innovazione artistica, dove si cerca di coniugare la tradizione, con la modernità.
L’iniziativa ha origine dalla volontà dell’Associazione Culturale La Nuova Panormo, che intende riportare in auge le antiche tradizioni siciliane e che attraverso la Compagnia Teatrale Araldo del Vespro, nata in seno a tale associazione, metterà in scena lo spettacolo “Orlando&Rinaldo: da pupi a realtà”, al Teatro Don Bosco Ranchibile di Palermo, nelle giornate del 3 e del 4 maggio 2019.
Alla conferenza di presentazione di “Orlando&Rinaldo: da pupi a realtà”, in rappresentanza dell’amministrazione Comunale, era presente il Consigliere Comunale Giusy Chiello, Presidente della Commissione Cultura al Comune di Bagheria, mentre Marina Mancini, Responsabile dell’Ufficio Stampa del Comune di Bagheria, si è occupata di svolgere il ruolo di moderatrice degli interventi, da parte dei relatori presenti: il regista Giuseppe Bongiorno, che attualmente ricopre la carica di Presidente dell’Associazione La Nuova Panormo, la Sarta Costumista Laura Inzerillo, l’attore palermitano Roberto Romano, che nello spettacolo interpreta il ruolo di Carlo Magno e gli attori bagheresi Matteo Volpe e Fabrizio La Monica, che interpretano rispettivamente la parte di Nofrio e Rodomonte d’Algeri. Giuseppe Bongiorno ha spiegato innanzitutto, come è nata l’idea della rappresentazione teatrale, dicendo che le motivazioni partivano dalla voglia di realizzare qualcosa di unico ed originale, in grado di rappresentare la Città di Palermo, con un simbolo identitario, in grado di trasmettere positività. Giuseppe, Bongiorno, inoltre, ha evidenziato che la rappresentazione teatrale si discosta, dalla versione ideata dal compianto comico Franco Franchi, nella quale l’attore imitava i movimenti del pupo, poiché in accordo con l’idea artistica, si intende realizzare una sorta di “magia”, facendo “trasformare” il pupo in un essere umano. Il giovane regista palermitano, inoltre, ha evidenziato che lo spettacolo intende lanciare
un segnale di distacco da quella visione, oramai troppo stereotipata, dove si accomuna la Sicilia all’illegalità, uscendo quindi fuori dai soliti canoni, imposti dalla mercificazione televisiva dove si ama “giocare” con i soliti luoghi comuni.
Un pensiero che ha trovato piena condivisione nell’intervento di Matteo Volpe, che riagganciandosi al tema, ha posto in evidenza una precisa scelta della sceneggiatura, secondo la quale è stata ridimensionata la figura di Nofrio, che in coppia con Virticchio, ha la funzione di introdurre al pubblico, l’inizio dello spettacolo. Si tratta, difatti, solitamente di due compari che impersonano le sembianze fisiche da “mafiosetti”, con tanto di coppola ecc, che si esprimono in dialetto. Nello spettacolo che andrà messo in scena al Ranchibile, invece, Nofrio si esprimerà in italiano con l’aria del saputello, del “convintone”, che cerca in tutti i modi di ingraziarsi il pubblico, senza tuttavia evitare di rendersi ridicolo.
“D’altronde alcune frasi tipiche del dialetto palermitano come ‘agneddu è sucu e finiu u vattiu’, difficilmente rendono bene, tradotte in italiano” - ha a sua volta aggiunto, Giuseppe Bongiorno, che ha posto in evidenza un punto cardine del progetto teatrale, secondo il quale è stato scelto di far recitare gli attori in italiano (l’intenzione è quella di effettuare lo spettacolo, anche fuori dalla Sicilia), con l’accorgimento di ricorrere al dialetto palermitano, laddove si rende necessario renderlo più leggero con l’arma dell’ironia. Una scelta che non intende assolutamente apparire come una prevaricazione negli altri dialetti dell’isola, ma che si basa sull’attribuzione del giusto valore al proprio lavoro, considerando che esistono due grandi scuole nel teatro dei pupi: quella palermitana e quella catanese; dato che il progetto
è nato a Palermo, è naturale che il dialetto usato deve essere quello palermitano e non il dialetto siciliano in genere, visto che quest ultimo somiglia molto di più al catanese nelle inflessioni. Anche il pupo catanese si differenza da quello palermitano, infatti, presenta gli arti fissi e le spade attaccate alle mani, mentre il pupo palermitano ha gli arti snodabili e le spade possono essere estratte e rinfoderate.
Infine, le due scuole hanno interpretazioni diverse delle gesta dei paladini, pertanto la scelta del dialetto palermitano è più che legittimata.
Laura Inzerillo, in qualità di sarta costumista ha descritto la preparazione dei costumi rievocanti l’atmosfera dell’epoca carolingia. Per gestire la parte sartoriale è stata necessaria una ricerca molto approfondita dei colori che distinguono i vari paladini e l’araldica presente in ogni armatura. Altri personaggi, hanno richiesto una maggiore attenzione, dei costumi da utilizzare, come ad esempio Angelica, sempre raffigurata come una donna orientale indiana dai colori rosati, mentre in realtà è figlia di un imperatore cinese, quindi non volendo stravolgere la tradizione palermitana, per lei è stata mantenuta una linea ‘indiana’ nell'abbigliamento, ma reinterpretandola in chiave moderna, giocando
con colori più cupi e la foggia dei decori che richiamano le texture cinesi. Laureatasi nel 2012
all’Accademia di Belle Arti di Palermo, al Corso di Moda, Laura Inzerillo da 3 anni è la direttrice creativa della propria azienda di abbigliamento: Sehnsucht, che spedisce capi di abbigliamento in tutto il mondo; da 10 anni è costumista presso vari teatri di Palermo, e da due anni collabora con diverse scuole di danza classica. Fabrizio La Monica ha parlato del suo personaggio Rodomonte d’Algeri, il comandante dell’esercito dei saraceni, dal fisico imponente, un ruolo interpretato con piacere dall’attore-regista, che ha “rivendicato” con orgoglio le proprie origini bagheresi e che si sente lieto di lavorare con altri bagheresi, presenti nel cast dello spettacolo, alcuni dei quali diretti da egli stesso, in altri lavori cinematografici.
Fabrizio La Monica, è tra i soci fondatori della Casa Cinematografica Indipendente “Kàlama Film”, con la quale ha diretto il lungometraggio “Vork and the beast”, primo dark fantasy girato in Sicilia, i cortometraggi: “Indaco”, in cui ha anche recitato da co-protagonista assieme a Roberto Ardizzone, “Piero uomo buono”, “Prufissù”, “Antimafia”, “Vecchio Cavaliere”. Il suo ultimo lavoro è la regia del lungometraggio: “Dio non ti Odia”.
Particolarmente toccante è stato l’intervento di Roberto Romano: “Un incontro nato per caso, una proposta teatrale ed una scommessa accettata, una fiducia ben riposta sia nel regista Giuseppe Buongiorno, che nel suo progetto. Un progetto nuovo, unico: l'imperatore Carlo Magno, dolce ma severo al momento giusto. È stato impegnativo ma allo stesso tempo emozionante, affrontare questa prova, una splendida sinergia tra tutti i miei compagni, che mi hanno supportato e sopportato nella realizzazione dello stesso e non per ultimo vorrei citare anche la bellezza dei costumi e delle musiche, particolari entrambi curati nei minimi particolari. Non vorrei aggiungere altro, ma vorrei lasciare soltanto al pubblico,
l’insindacabile giudizio, dopo la visione dello spettacolo. Grazie.”. Nell’anno scorso, Roberto Romano, ha partecipato, come figurante, nelle fiction TV ”Il cacciatore”, per la regia di Stefano Lodovichi e in “La mafia uccide solo d’estate 2”, per la regia di Luca Ribuoli; ancora sotto la direzione di Stefano Lodovichi, prende parte, nel 2018, a “Momenti di trascurabile felicità e infelicità”. Il suo ultimo lavoro è la partecipazione, da protagonista, al film “Dio non ti odia”. Nel pubblico erano presenti diversi membri del cast: Matteo Coffaro nella parte del paladino Astolfo, Giuseppe Pizzimenti, nel ruolo di Argalia, fratello di Angelica, Francesca Mennella, nella parte della paladina Carinda (figlia di Rinaldo), nonché Vice presidente e graphic designer dell’Associazione La Nuova Panormo, Davide Bongiorno che interpreta Rinaldo, l’attore e mentalista bagherese Paolo Tinnirello, che interpreta Orlando ed il bagherese Roberto Ardizzone, nel ruolo del Mago Malagigi.
Roberto Ardizzone su invito dal regista Giuseppe Bongiorno, è intervenuto alla conferenza,
declamando una poesia dedicata a Salvatore Bumbello, Mastro Puparo Palermitano, che ha fornito un contributo fondamentale alla sceneggiatura dello spettacolo, grazie alla sua esperienza. Roberto Ardizzone, amante della poesia dialettale siciliana è pensionato ex vigile del fuoco, ha partecipato a diverse produzioni cinematografiche della Kàlama Film ed è l’autore del libro “Peppe e Margherita”,
basata sulla storia dell’artista di strada palermitano Peppe Schiera.
La conferenza si è conclusa con una piacevole performance degli attori che interpretano i protagonisti principali Orlando e Rinaldo, allietando il pubblico presente, recitando un duello per conquistare Angelica, ma fermati e richiamati prontamente al loro dovere di soldati, dall’intervento di Roberto Romano-Carlo Magno, offrendo così un’anticipazione dello spettacolo “Orlando&Rinaldo: da pupi a realtà”, la cui trama è proprio incentrata sulla rivalità tra i più forti paladini di Francia, amici ed alleati in guerra, ma rivali in amore. Fra l’entusiasmo suscitato dall’originalità del progetto teatrale, curato fin nei minimi particolari, si è fatto strada, l’auspicio largamente condiviso, dai presenti, che lo spettacolo possa effettuarsi anche a Bagheria. Alla fine della conferenza, i partecipanti sono stati invitati ad un rinfresco a base di specialità tipiche dello street food palermitano, offerte da Nino u’ballerino, Main Sponsor della rappresentazione teatrale.
“Non ci resta, quindi che augurare di cuore a tutta la Compagnia Araldo del Vespro, buona fortuna per lo spettacolo “Orlando&Rinaldo: da pupi a realtà”, per far rivivere ancora l’Opera dei Pupi, primo bene immateriale italiano ad essere stato inserito dall’UNESCO, nella lista dei Patrimoni Orali ed Immateriali dell’Umanità, nel 2008 (dopo una prima proclamazione avvenuta nel 2001). Una Città come Palermo e con essa la Sicilia intera, meritano sicuramente qualcosa di più e che vada oltre qualsiasi forma di riconoscimento, perché riscoprire, valorizzare e riappropriarsi delle proprie tradizioni storiche, del proprio patrimonio culturale, rappresenta una marcia in più per contrastare quel degrado pericoloso e penalizzante che emerge frequentemente, accomunando la nostra terra all’illegalità, un impegno ed uno sforzo comune da portare avanti, sempre, con tenacia e perseveranza.”