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Appresa la notizia che gli arrestati nell’ambito dell’operazione Octopus, avevano preso di mira anche alcuni locali fra Bagheria e Casteldaccia, l’amministrazione comunale esprime solidarietà e vicinanza ai titolari del Cafè Verdone. Oggi i titolari del locale sono stati ricevuti dal vice-sindaco e assessore alla Legalità, Daniele Vella che ci ha tenuto a mostrare la vicinanza di tutta l’amministrazione e sua personale ai giovani titolari del Café.

Nel locale negli ultimi mesi si sono scatenate diverse risse e angherie varie che sono stare segnalate alle Forze dell’Ordine che già conducevano avanti le indagini relative all’operazione Octopus.

«Siamo vicini ai ragazzi, non mancheremo di supportarli ove necessario, la Bagheria civile, legale e trasparente che è rappresentata dalla quasi totalità dei cittadini bagheresi è con voi  e con le Forze dell’Ordine e la Magistratura» – dice l’assessore Vella – «non vi mancherà il nostro sostegno come saremo vicini a tutti i commercianti che  avranno il coraggio di raccontare, denunciare per non essere schiavi del pizzo. I giovani vanno invogliati a restare per migliorare questa terra ed investire con attività imprenditoriali  nel loro territorio senza essere vessati da chi che sia. Noi siamo tanti, loro sono pochi, pochissimi e nessuno deve avere paura se siamo tutti insieme contro malaffare, pizzo, usura, illegalità».



Bagheria - In merito ai fatti legati all'operazione Octopus, teniamo a precisare che all'epoca della formazione delle liste elettorali ogni delegato di lista della coalizione verificava i certificati dei carichi pendenti dei candidati; non risultava alcune incompatibilità con la candidatura del soggetto arrestato oggi, e non eletto.

Circa l’opportunità della candidatura di Emanuele Rughoo si è già espresso in merito il delegato che ha presentato la lista e che ha parlato di occasione di riscatto da parte di un soggetto che ha manifestato la volontà di cambiare e di contribuire al bene della comunità. “Nessuno tocchi Caino”  - si disse.

Ci preme sottolineare che l’operato di questa amministrazione è stato, è e sarà sempre  guidato da percorsi di legalità e trasparenza, confidiamo nel lavoro della magistratura che farà luce sulla vicenda e prendiamo le distanze da ogni azione che non sia incentrata sulla trasparenza ed il rispetto delle norme.



La storia pubblica di Emanuele Rughoo detto Luca non finisce nella notte del 3 Novembre 2018 quando l'alluvione portò il fiume Milicia a travolgere gran parte della sua famiglia.

In quell'occasione paese la moglie, Monia Giordano e  il figlio più piccolo Francesco Rughoo. Questa mattina il 43enne (che si fa chiamare da tutti Luca) è stato arrestato per associazione mafiosa ed estorsione aggravata da metodo mafioso.

Nel blitz della Direzione Distrettuale Antimafia che indagava sul mandamento di Porta Nuova Emanuele “Luca” Rughoo per i pubblici ministeri è uno dei buttafuori che i clan imponevano ai locali notturni. Ad inizio novembre Rughoo era un padre disperato che aveva perso la moglie e uno dei figli, che versava in condizioni economiche difficili e che dichiarava pubblicamente di non poter più lavorare nell’agenzia di sicurezza per badare all’unica figlia rimasta viva. Dalle indagini però emerge un’altra verità: Rughoo era sì disperato ma continuava ad essere uno dei buttafuori di Cosa nostra.

Paradossale anche l'intreccio con Bagheria dove allo stesso Rughoo, (e ad altri indagati del blitz della dda di questa mattina all’alba) vengono contestate le estorsioni e le minacce con l’aggravante del metodo mafioso ai gestori di un locale bagherese. Esattamente due settimane dopo la tragedia di Casteldaccia, che lo vide come fortunato sopravvissuto per l'uscita dalla casa che di lì a poco sarebbe stata sommersa dalle acque, per comprare delle paste. Il 18 novembre 2018 infatti stando alle intercettazioni ambientali si registrava Rughoo nel locale che intimidiva e minacciava i titolari: “siete fortunati ad essere nelle grazie di Gaspare…no che poi questa sera c’è il rischio che qualche madre deve piangere un figlio… io me ne sto andando, di quello che succede dopo io non voglio sapere niente e non sono responsabile di quello che fanno gli altri”.

Vicenda che stona fortemente con la candidatura come consigliere comunale in una delle liste a sostegno di Filippo Tripoli, Uniamo Bagheria, che attualmente conta 3 seggi nelle file della maggioranza a Palazzo Butera Branciforti.


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