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La realizzazione di un osservatorio sovra-comunale per diffondere i principi di legalità e lotta alla mafia, l’organizzazione, nei comuni dell’hinterland, di sedute del Consiglio comunale aperto alla cittadinanza con la partecipazione di diverse associazioni del territorio di delegazioni delle scuole e, soprattutto, di testimoni che parteciparono a quella storica marcia per gridare contro la mafia e che interverranno per raccontare quegli anni tristi in cui Bagheria, Casteldaccia e Villabate erano considerati il triangolo della morte. Sono alcune delle iniziative che verranno messe in campo sino al 26 febbraio, data del 37° anniversario della marcia ricade in un anno in cui si ricordano anche due importanti anniversari: i 40 anni dall’uccisione del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella e i 20 dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale svoltasi a Palermo. Tra i promotori delle iniziative, il Centro Studi Pio La Torre. “La prima marcia del 1983 è stata popolare e trasversale ed ha visto la partecipazione di oltre 20.000 partecipanti, tra laici e religiosi – spiega il presidente del Centro studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco – che hanno percorso compatti quella strada provinciale n. 88 dei Valloni, un tempo scelta dai killer come via di fuga. Un fronte unitario di lotta alla mafia per reagire alle stragi di quel periodo. Oggi bisogna lavorare alla riedizione della marcia per sconfiggere le nuove mafie, più sottili, corruttive e pervasive”. A tal proposito si è svolto un incontro organizzativo nell’aula consiliare di Bagheria, a cui hanno partecipato lo stesso presidente del Centro studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco, il sindaco di Bagheria Filippo Maria Tripoli, il presidente del consiglio di Bagheria Michele Sciortino, l’assessore alla Legalità Daniele Vella, il deputato del Movimento 5 Stelle, Davide Aiello e i presidenti del Consiglio comunale di Casteldaccia, Maria Giuseppa Di Salvo e di Altavilla Milicia, Biagio D’Ugo, i quali sono convenuti sul fatto che occorre coinvolgere, quanto più possibile, i giovani, mediante le scuole. Tra il pubblico diversi soggetti coinvolti nell'organizzazione dell'evento che si ripeterà a 37 anni da quel 26 febbraio: la presidente della Caritas cittadina Mimma Cinà, don Francesco Michele Stabile, diversi consiglieri comunali di Bagheria, tutta la I commissione consiliare, e ancora amministratori di enti locali dell'hinterland oltre ai docenti delle scuole bagheresi con qualche studente. Il coinvolgimento dei giovani è quanto auspica anche il sindaco Filippo Maria Tripoli il quale ha ricordato quanto la mafia, nel nostro territorio, stia ancora operando con il traffico di droga che colpisce soprattutto i giovani. C'è chi poi, l'assessore del Comune di Santa Flavia, Fara Pipia, ha invitato a fare memoria e ricordare quanto accaduto 37 anni fa mediante la partecipazione di chi a quella marcia c'era come Gino Castronovo e Michele Bartolone già consiglieri comunali di Bagheria e ora Bartolone sindacalista CISL. Il deputato casteldaccese Davide Aiello, membro della Commissione parlamentare antimafia, ha sostenuto che si farà promotore per far patrocinare la manifestazione dalla Commissione nazionale antimafia e dal presidente Nicola Morra. Sulla legge che istituisce nuovamente l'insegnamento dell’ora di educazione civica e antimafia nelle scuole e di strumenti e linguaggi per arrivare ai giovani si è soffermato l'assessore Vella che si è rivolto soprattutto ai giovani. “Non siamo tanto in là da casi in cui i Comuni di scioglievano per mafia, abbiamo parenti nelle nostre stesse famiglie che sono o sono stati mafiosi – ha detto il presidente del Consiglio comunale di Altavilla Milicia, Biagio D’Ugo – la mafia non è sconfitta dunque, occorre ancora essere vigili, è questo l'intento della marcia che si terrà il 26 febbraio 2020”. (Nella foto Pig, la marcia dello scorso anno)




“Abbiamo necessità di far sentire forte la presenza della polizia locale sul territorio. Proprio per questo stiamo riorganizzando il corpo di Polizia Municipale potenziando il personale in servizio attraverso l’aumento orario e fornendo agli stessi il materiale necessario”. A comunicarlo il sindaco Filippo Tripoli il quale fa presente sono anche arrivate le nuove divise a breve anche le nuove macchine che andranno a rendere maggiormente efficiente il corpo di Polizia Municipale. “Gli stanziamenti per l’acquisto delle divise e i mezzi (la cui gara è andata deserta), sono stati predisposti dalla nostra amministrazione – tiene a precisare l’ex assessore del Movimento 5 stelle, Laura Maggiore – anche noi ci siamo interessati per rendere più efficiente il corpo dei vigili urbani”. Una presa di posizione arriva anche da parte dei sindacati i quali contestano la deliberazione del 31 dicembre scorso. “Con tale provvedimento – si legge in un comunicato della C.I.S.L. - Funzione Pubblica C.I.S.L. Segretario Aziendale R.S.U. – Carmelo Greco e R.S.U. Nicola Di Salvo – con cui sono stati autorizzati all’incremento di 8 ore settimanali (da 24 ore a 32 ore) circa 25 unità su 170 part-time, senza l’identificazione di servizi utili da rendere al cittadino e senza criterio di selezione, visto che si tratta di Spesa Pubblica, ma semplicemente la parte Politica in collaborazione con il Segretario Generale, i Dirigenti e le P.O. hanno individuato il personale in maniera “nominativa”. Inoltre, non si evince un’adeguata programmazione di integrazione oraria, nei confronti della restante platea di personale part-time che, sono distribuiti in tutti quei servizi obbligatori ed indispensabili per il funzionamento dell’Ente, viste le innumerevoli unità di pensionamenti. Con la presente, si contesta quanto deliberato, chiedendo la revoca poiché non sono stati adottati i criteri di selezione necessari e basilari per l’individuazione del personale avente diritto, come sani principi di Amministrazione Trasparente – Anticorruzione”. In ogni caso l’amministrazione comunale sta facendo di tutto per rendere maggiori e migliori i servizi ai cittadini. Il tutto in sinergia con le altre forze di polizia, nonostante l’organico ancora non sufficiente che riguarda anche l’organizzazione e, di conseguenza, quelle che saranno le risposte in termini di efficienza, efficacia ed economicità al fine di migliorare le attività di controllo e sicurezza del territorio. “Su organico di 110 vigili – dichiara il comandante Salvatore Pilato – ne sono in servizio appena 26 di cui quattro esentati dai servisti esterni”. Da più parti si invocano controlli sul territorio. “Si chiede la presenza dei vigili all'ora di entrata e uscita della scuola “Ignazio Buttitta” ovvero alle 8 e alle 14.10 – afferma Sara Cannizzaro – per permettere ai bambini e ragazzi che frequentano la scuola di attraversare in sicurezza vista la pericolosità della strada”. La presenza di vigili viene chiesta anche nella frazione marinara di Aspra. “I controlli devono essere soprattutto nelle scuole di Aspra – dice Maria Scianna – ci sono in giro troppe macchine e non c’è mai un vigile davanti alle scuole”.





Parte da Bagheria il progetto di inclusione sociale denominato «La mia Casa» che sarà gestito dalla Caritas diocesana in sinergia della Città metropolitana, volto al contrasto dell’emarginazione e per alleviare le condizioni di senza dimora e immigrati. Il progetto per un importo di 740.000 euro è stato finanziato con fondi europei. Per realizzare il progetto la Città metropolitana ha stipulato una convenzione con la confraternita San Giuseppe dei Falegnami e la società cooperativa La Panormitana, bracci operativi della Caritas che fino al 31 dicembre 2020 gestiranno le attività.

In città saranno attivati, in due immobili confiscati alla mafia che saranno messi a disposizione dall’amministrazione comunale, 8 posti letto di cui quattro in pronto soccorso sociale per l’accoglienza di un solo giorno dei richiedenti e quattro in housing nella struttura di secondo livello che prevede ospitalità a lungo termine fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Inoltre sempre a Bagheria funzionerà un Centro di ascolto e lo svolgimento di attività di accompagnamento, nonché progetti formativi personalizzati.

«C’è una richiesta molto alta da parte di questo territorio – dichiara il vice direttore della Caritas diocesana, don Sergio Ciresi – per le problematiche relative alla casa. Con questo finanziamento la Caritas diocesana intende continuare a richiamare l’attenzione, da un lato sulla necessità di affrontare la povertà estrema delle persone senza dimora nelle sue diverse implicazioni, non solo abitative, ma anche sul piano della salute, del reinserimento lavorativo, dell’inclusione sociale e dall’altro, sull’urgenza di ripensare l’attuale sistema di presa in carico per persone senza dimora in modo integrato, prevedendo una pluralità di soluzioni e di modalità di accompagnamento, capaci di corrispondere alla specificità dei bisogni, alle aspettative e alle risorse di queste persone che troppo spesso sono relegate alla passività e considerate come uno scarto».


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