Oltre un centinaio di attività commerciali hanno chiuso i battenti negli ultimi due anni nei due corsi principali della città, ovvero corso Umberto I e corso Butera, dove si concentrano la maggior parte dei negozi. Un dato che certifica la crisi del settore a Bagheria, dove operano più di 8.000 esercenti dei vari settori merceologici, in massima parte dell’abbigliamento e delle calzature. “La crisi del settore va ricercata nel sistema impositivo delle tasse, sempre più alte che ci sta mettendo in ginocchio – afferma il presidente della Confcommercio cittadina Italo Fragale che vanta 176 associati – come pure la tassazione comunale per il pagamento dell’Imu e della Tari che i commercianti non riescono a pagare. Queste difficoltà le subiscono non soltanto i commercianti che operano nei due corsi principali che rappresentano i punti strategici del commercio in città, ma anche tutti gli altri”. Sempre secondo l’analisi del presidente Fragale hanno grandi responsabilità, coloro che vogliono intraprendere le attività commerciali senza interpellare gli esperti del settore ed in particolare chi fa marketing a Bagheria. “Chi vuole aprire un esercizio commerciale – aggiunge il presidente Fragale – deve sapere a cosa va incontro. Mediamente chi si affaccia a questa attività, senza le dovute cautele, ha una vita breve che varia dai 4 ai 5 anni, fino a quando cioè può sostenere le spese vive del pagamento delle utenze dell’energia elettrica, della telefonia e degli stupendi al personale. Attualmente più dell’85 per cento non possono pagare le tasse e questo non lo dico io ma è un dato camerale che preoccupa. Stiamo lavorando con l’amministrazione comunale per la Tari per chi fa raccolta carta e cartone e ottenere sgravio fiscale”. Uno dei fattori più determinanti della crisi sono gli affitti onerosi dei locali dove svolgere l’attività. Mediamente per 50 metri chiedono anche 2.000 euro. “Avevo in affitto un locale di poche decine di metri quadrati in corso Umberto I – dichiara il ristoratore Sam Buttitta – e nonostante pagassi già una cifre ragguardevole, mi hanno chiesto l’aumento dell’affitto. Ho preferito pertanto ripiegare su una strada adiacente dove ho riammodernato i locali e presso il Centro Levante dove c’è la possibilità di avere locali più ampi e spazi esterni anche per i bambini”. Anche la concorrenza dei cinesi ha fatto si che i prezzi degli affitti sono lievitati. “Con l’avvento dei cinesi che ci fanno concorrenza – dice ancora Fragale – l’amministrazione comunale deve fare uno studio a partire dal fatto che hanno canali preferenziali e possono permettersi qualsiasi cifra andando fuori mercato”. Sulla stessa lunghezza d’onda di chi deve tutelare i commercianti anche il presidente del Centro commerciale naturale “Umberto Gallery”. “La nostra città sta vivendo in maniera particolare la crisi – dichiara Luca Scalisi – siamo gli ultimi dal punto di vista culturale, sociale ed economico. Serve l’aiuto di tutti ed è urgente sederci attorno ad un tavolo permanente, compresi i proprietari degli immobili a cui lanciamo un allarme perché abbassino i prezzi degli affitti e alle banche che non ci carichino di costi eccessivi con l’avvento della moneta elettronica”. Infine il responsabile di Legambiente “Bagheria e dintorni” Luigi Tanghetti suggerisce: “Bisogna rendere il centro vivibile e accogliente – dice – rivedendo anche tutta la politica del rifiuto attuale promuovendo il verde”. (Nella foto Pig, il Centro Levante)
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