"Nasciu lu bammineddu" è un atto di fede del popolo siciliano, un tuffo nel passato nei vecchi natali...dove con gioia si aspettava la nascita di Gesù! Tutto questo viene rievocato in questo spettacolo prettamente religioso, che si svolgerà alla Chiesa Madre di Casteldaccia il 27 dicembre per essere replicato il giorno dopo in Via Mazzini, sempre a Casteldaccia. Un cuntista narra dell'Annunciazione fino ad arrivare alla nascita di Gesù. Grazie a Salvatore Cassenti , Raffaele Scibilia, Gabriele Vassallo e Leonardo Rubino tutto questo si è realizzato e gli interpreti sono felici di poterlo condividere con tutti i partecipanti, con vera gioia.
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“La lunga marcia della Chiesa verso la realtà mafiosa. Convertitevi” è stato il tema della Tavola rotonda sulla lettera dei Vescovi di Sicilia sulla mafia, organizzata dalla Confraternita di San Giuseppe, nell’ambito dei festeggiamenti in onore del Santo patrono di Bagheria. Nel corso dell’incontro, moderato dal dr. Pino Grasso, direttore del’Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Palermo, hanno relazionato lo storico della Chiesa, don Francesco Michele Stabile, il quale ha tracciato un excursus sulla mafia, dal XIX secolo fino ai giorni nostri, citando l’impegno del card. Salvatore Pappalardo che fu il primo a parlare di mafia come struttura di peccato. Quindi è intervenuto don Cosimo Scordato, docente presso la Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” che ha proposto un percorso penitenziale da parte dei mafiosi, i quali dovrebbero denunciare pubblicamente il loro agire, essere pronti a cambiare vita e riparare quanto arrecato di male alla comunità, ripristinando la prassi penitenziale dei primi secoli della cristianità. Il prof. Nino Morreale, già docente nei licei, citando Ignazio Buttitta, ha detto che un tempo mafia e Chiesa si sono stretti la mano e quest’ultima si è resa conto solo dopo tanto tempo della gravità dell’azione criminale della consorteria. Per il teologo don Rosario Giuè, tutti dobbiamo convertirci e come Chiesa essere credibili in tutte le nostre azioni. Infine l’arciprete don Giovanni La Mendola, riconoscendo la fragilità dei preti di Bagheria ha ribadito che si vogliono bene e sono orgogliosi di operare in città.
Un busto vilipeso, oltraggiato e fatto oggetto di sberleffi per ciò che raffigura, ovvero il cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Palermo per 26 anni. Per questo motivo il busto, che dal 12 marzo 2011 si trovava a piazza Santo Sepolcro da stamattina sarà ospitato nella più sicura collocazione del sagrato di piazza Madrice. “Il busto fu realizzato per onorare la memoria del cardinale Pappalardo – spiega l’arciprete don Giovanni La Mendola - che è cittadino onorario di Bagheria per ringraziare un grande uomo e un vescovo che ha dato lustro alla Sicilia e alla Chiesa a futura memoria. Con amarezza debbo constatare che purtroppo questa memoria è stata infangata perché quasi ogni giorno il busto era coronato con parrucche, occhiali, baffi, sigarette in bocca. Ed allora insieme con i promotori dell’allora iniziativa abbiamo deciso di trasferirlo qui per essere onorato come merita”. Qualche tempo fa balordi hanno anche versato sopra il busto una sostanza rossastra, che soltanto grazie al tempestivo intervento di alcuni operai di una ditta privata cittadina che si trovavano sul posto hanno evitato il peggio. Il busto che è stato fatto oggetto di un intervento di restauro comprese anche le lettere della scritta che erano pure danneggiate è stato finanziato dal Rotary club Bagheria, diretto da Antonio Fricano ed è stato collocato all’interno del sagrato delimitato da una cancellata per scoraggiare eventuali male intenzionati. L’opera in bronzo, del peso 400 chilogrammi è stata realizzata dall’artista Nino Parlagreco, su iniziativa dell’associazione culturale per la difesa della storia e dei beni artistici e monumentali di Caccamo presieduta da Giorgio Castelli.
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