Gli alunni dell'Istituto comprensivo “Mons. Gagliano” per un giorno sono state guide del museo degli ex voto di Altavilla Milicia grazie ad un progetto volto alla conoscenza dei beni culturali. È stato possibile nel corso della Giornata nazionale dei piccoli musei organizzata e promossa dall’Associazione Nazionale Piccoli Musei. “La finalità del progetto – spiega il prof. Giuseppe Di Franco – è quella di sviluppare nell'allievo il senso di appartenenza al territorio e alla comunità di Altavilla Milicia. Attraverso lo studio delle singole tavolette si sono analizzati alcuni aspetti dell'economia della nostra terra, le coltivazioni dell'Ottocento dalla canna mela, all'uva ai limoni e alle olive. Di grande interesse sono il vestiario, le suppellettili, il mobilio. Sono state studiate le tematiche ricorrenti: gli incidenti sul lavoro, con i carretti, sul mare. Infine tema molto ricorrenti: le malattie, gli incidenti, fatti storici. Soltanto pochissimi possono riferiti alle due grandi guerre del Novecento guerre”. I ragazzi hanno pure realizzato due brochure una in italiano e una in inglese, oltre ad un e-book con testi e immagini. Per l’occasione sono state donate al Museo due latte antiche di sarde che venivano utilizzate per realizzare gli ex-voto una dall’imprenditore asprese Michelangelo Balistreri e una dalla ditta “Due pavoni” della famiglia Michele Macaluso. “Questa manifestazione – afferma il sindaco Pino Virga – ci permette di accendere le luci sul nostro museo degli ex voti che racchiude tesori preziosissimi peraltro anche quest’anno con guide d’eccezione come gli studenti dell’Istituto comprensivo che hanno compreso il valore artistico e religioso di questi manufatti che valorizzano cosi approfonditamente il nostro patrimonio culturale”. I visitatori hanno potuto ammirare i circa 400 quadretti votivi che testimoniano le grazie ed i miracoli attribuiti alla Madonna Lauretana. “Per noi è un motivo di speranza – dichiara il rettore del Santuario mons. Salvo Priola – perché dobbiamo recuperare in questo nostro tempo, la capacità di custodire la memoria del passato. Senza memoria noi siamo uomini e donne senza identità che è importante per sapere chi siamo e qual è la storia che ci ha preceduto e il compito che abbiamo in questa storia del presente per lasciare alle future generazioni altri segni e altre testimonianza per le quali andare fieri”. (Nella foto Pig, una guida illustra i quadretti del museo degli ex voto).
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“Noi cristiani dobbiamo essere corresponsabili della madre terra che Dio ci ha consegnato come casa comune che dobbiamo mantenere e custodire. Dio ci ha donato questo Paradiso dove al centro c’è l’albero della vita che tutti dobbiamo custodire con creatività e sapienza, senza arroganza e prepotenza”. Lo ha detto stamani l’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice intervenuto nella Parrocchia di San Giovanni Bosco in via Messina Marine, a Palermo, in occasione della 14a Giornata per la Custodia del Creato, indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana, che a Palermo è stata promossa dal Progetto Policoro e dalla Rete diocesana per la custodia del Creato e nuovi stili di vita sul tema: Economia circolare e biodiversità”.
Alla manifestazione sono intervenute le organizzazioni aderenti alla rete su iniziative di economia circolare Dante D’Oppido, Caritas di Altavilla Milicia: “La sobrietà per un nuovo stile di vita contro lo spreco e l’impoverimento spirituale e materiale” - Nino Lo Bello, Fa' la cosa giusta Sicilia: “Per una cultura e un cervello liberi dalla plastica” - Rosalba Romano, Sartoria Sociale Al Revés: “L’economia circolare che ricuce stoffe e relazioni”.
Quindi sono intervenuti esperti in biodiversità come Rosa Termine dell’Università Kore di Enna che ha parlato si “Biodiversità scrigno per l’Umanitá”, Ambrogio Vario, promotore dell’agricoltura bioetica su: “L’ambiente da tutelare come bene comune”.
Al termine tutti i partecipanti si sono recati sulla spiaggia di Romagnolo dove l’Arcivescovo ha guidato un momento di ecospiritualità per la salvaguardia del Creato.
“Il Figlio di Maria e di Giuseppe, la prima famiglia di profughi dell'era cristiana, dice oggi alla comunità civile e cristiana di Lampedusa: “Sii porto di approdo; sii porto salvo”. “Perché attorno a Maria, con questo titolo, Porto Salvo, ti sei da sempre ritrovata e continui a ritrovarti". “Sii porto di salvati e porto di salvezza soprattutto per chi è destinatario della predilezione di Dio: i suoi figli affamati, assetati, nudi, perseguitati, forestieri, ammalati, carcerati. A noi cristiani, il Signore, rivestendoci della sua Luce, continua a dire: “Voi siete la luce del mondo, il sale della terra”. Rinnova la sua chiamata: “venite vi farò pescatori di uomini".
Lo ha detto l’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nel corso dell’omelia pronunciata ieri mattina a Lampedusa, durante la concelebrazione Eucaristica, presieduta nella Parrocchia di San Gerlando per i festeggiamenti in onore della patrona dell’isola delle Pelagie.
Mons. Lorefice, per l’occasione, ha utilizzato il pastorale realizzato con il legno dei barconi, che ha usato Papa Francesco, nel suo primo viaggio l’8 luglio 2013. A sovrastare l’abside della chiesa parrocchiale, la Croce “Milagro” donata all’isola dallo stesso Pontefice, realizzata con i remi dei barconi dei migranti.
Nella sua riflessione l'Arcivescovo ha poi aggiunto: “Il Figlio di Dio che oggi dice a questa nostra santa assemblea, a questa nostra comunità cristiana che porta il nome di Gesù, Cristo: “Alzati! Rivestiti di luce” (Is 60,1). La luce di Cristo dilata il tuo cuore. Il nostro cuore. La luce di Dio, accolta, dilata il cuore. “L’abbondanza del mare si riversa su di te” (Is 60, 5), come ha annunziato il profeta Isaia. Il Figlio di Maria che dice a questa nostra umanità: “Non fuggire. Non chiuderti. Non voltare le spalle. Non alzare i muri. Chi viene dal mare è “la ricchezza delle genti” (Is 60, 5). È ricchezza perché – ha continuato – arrivano figli d’uomo e dunque figli di Dio. Figli amati da Dio. Destinati alla luce e alla vita da Dio. Le genti che arrivano dal mare sono portatori di ricchezza. Sul loro volto è la ricchezza del volto di persona, sono corpi umani, storie, sentimenti, portano attese, hanno sentimenti, desideri, ricercano felicità, libertà, pienezza di vita”.
Mons. Lorefice si è recato anche presso il cimitero, accompagnato dai parroci don Carmelo La Magra e don Fabio Maiorana insieme a Paola La Rosa del Forum Lampedusa Solidale, dove si è fermato in religioso silenzio davanti alle tombe delle persone morte nel Canale di Sicilia durante le traversate per sfuggire alle guerre, alla fame e alle torture subite nei centri di detenzione libici.
La visita a Lampedusa, da parte del nostro Arcivescovo, ci fa fare memoria dell'indimenticabile gesto profetico compiuto da Papa Francesco recatosi sull'Isola da pellegrino all'inizio del Suo ministero petrino.
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