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La storia pubblica di Emanuele Rughoo detto Luca non finisce nella notte del 3 Novembre 2018 quando l'alluvione portò il fiume Milicia a travolgere gran parte della sua famiglia.

In quell'occasione paese la moglie, Monia Giordano e  il figlio più piccolo Francesco Rughoo. Questa mattina il 43enne (che si fa chiamare da tutti Luca) è stato arrestato per associazione mafiosa ed estorsione aggravata da metodo mafioso.

Nel blitz della Direzione Distrettuale Antimafia che indagava sul mandamento di Porta Nuova Emanuele “Luca” Rughoo per i pubblici ministeri è uno dei buttafuori che i clan imponevano ai locali notturni. Ad inizio novembre Rughoo era un padre disperato che aveva perso la moglie e uno dei figli, che versava in condizioni economiche difficili e che dichiarava pubblicamente di non poter più lavorare nell’agenzia di sicurezza per badare all’unica figlia rimasta viva. Dalle indagini però emerge un’altra verità: Rughoo era sì disperato ma continuava ad essere uno dei buttafuori di Cosa nostra.

Paradossale anche l'intreccio con Bagheria dove allo stesso Rughoo, (e ad altri indagati del blitz della dda di questa mattina all’alba) vengono contestate le estorsioni e le minacce con l’aggravante del metodo mafioso ai gestori di un locale bagherese. Esattamente due settimane dopo la tragedia di Casteldaccia, che lo vide come fortunato sopravvissuto per l'uscita dalla casa che di lì a poco sarebbe stata sommersa dalle acque, per comprare delle paste. Il 18 novembre 2018 infatti stando alle intercettazioni ambientali si registrava Rughoo nel locale che intimidiva e minacciava i titolari: “siete fortunati ad essere nelle grazie di Gaspare…no che poi questa sera c’è il rischio che qualche madre deve piangere un figlio… io me ne sto andando, di quello che succede dopo io non voglio sapere niente e non sono responsabile di quello che fanno gli altri”.

Vicenda che stona fortemente con la candidatura come consigliere comunale in una delle liste a sostegno di Filippo Tripoli, Uniamo Bagheria, che attualmente conta 3 seggi nelle file della maggioranza a Palazzo Butera Branciforti.



E’ scomparso, improvvisamente, la scorsa notte, Giuseppe Lo Meo, noto video operatore bagherese. Avrebbe compiuto 56 anni a dicembre. Aveva iniziato il suo lavoro nelle emittenti private Tv Otto e successivamente Teleone. E’ stato il maestro di tanti operatori che operavano nel settore. Giuseppe aveva una carica umana notevole. Sempre pronto a spendere una buona parola per tutti. Sempre pronto a mettere a disposizione le sue conoscenze professionali.  Nel suo lavoro era uno dei più bravi, sempre attento alle nuove tecnologie. Era sposato e aveva due figli.  I funerali si svolgeranno martedì alle 11,00 alla chiesa del Santo Sepolcro a Bagheria. Alla moglie Antonella, ai figli e alla famiglia vanno le condoglianze della redazione di Futuravision.it



Un atto vandalico ai danni di una sepoltura di un giovane militare, morto in circostanze non mai chiarite, è stato perpetrato da ignoti al cimitero comunale di Bagheria dove sono state rovesciati i vasetti che adornavano la tomba e rubata una pianta grassa. “Un atto di vandalismo vero è proprio è stato compiuto davanti alla tomba di mio figlio – dichiara Lauretta Mancino Amoroso – perpetrato con disumanità inaudita perché la persona che ha effettuato pur di rubare una piantina grassa, messa a dimora all’interno di un vaso bianco ha profanato anche i nostri sentimenti. Con questo atto ignobile, dimostrano quanto rispetto nutrono per le persone e, a maggior ragione per i defunti. È assolutamente vergognoso. Che il Signore li possa perdonare”. lo stesso giorno dell’increscioso episodio Lauretta Mancino Amoroso ha incontrato al cimitero fra Diego D’Alessandro con cui hanno pregato sulla tomba del figlio. L’atto vandalico non è un evento isolato, sono infatti decine i fatti analoghi denunciati dai frequentatori del cimitero dove rubano di tutto dai vasetti di fiori, alle suppellettili e agli oggetti affettivi lasciati dai familiari. Nella stessa sepoltura della famiglia Mancino da due anni e mezzo della morte del ragazzo hanno rubato due statue egiziane raffiguranti Tutankhamon e Neftali di cui il ragazzo era affezionato. “Nella tomba dei miei genitori hanno staccato i vasi con il porta lumino centrale – dice pure Marisa Chiello – non si può immaginare come ci sono rimasta male e colpita nei miei affetti più cari”. Laura Mancino questo episodio ha riaperto una ferita mai rimarginata per la morte del figlio Gianmiro, rimasto ucciso in circostanze rimaste nell’ombra con un colpo di fucile il 26 aprile del 2002, all’interno del posto di osservazione ed allarme del deposito di munizioni dell’Esercito Italiano nella caserma di Orgiano in provincia di Vicenza dove quel giorno era in missione e rubricato come suicidio. “Ufficiosamente conosciamo tutti la verità – dichiara la mamma del militare che per comprendere ancora meglio le vicende giudiziarie si è iscritta a Giurisprudenza e non ha mai perso la speranza – ma per il buon nome dell'Esercito Italiano, nulla e nessuno si deve permettere d’infangare la dignità di chi, con onore lo serve e ci lascia la pelle in circostanze, a volte offuscate dall’interesse di qualcuno, che prima o dopo dovrà rendere conto sia al prossimo, sia alla propria coscienza”. A corroborare la tesi dei familiari, il fatto che il ragazzo non si è ucciso anche perché quando fu rinvenuto il suo cadavere, aveva in tasca due biglietti per recarsi insieme alla fidanzata negli Stati Uniti. “Lottiamo ormai da 17 anni – dice ancora Lauretta Mancino Amoroso – e non ci rassegniamo nonostante l’avvocato Vincenzo Lopez ha fatto archiviare il caso, ma nutriamo tanti dubbi sul legale che risulta radiato dall’albo”. Intanto nei prossimi giorni, dopo le proteste di alcuni cittadini che lamentavano la mancata pulizia del cimitero, l’amministrazione comunale ha affidato l’appalto per la bonifica del luogo santo ed ha espletato le procedure per l’affidamento della gara per i lavori di pulizia straordinaria del verde pubblico e del cimitero per un importo a base d’sta di 15.000 euro i cui lavori partiranno il prossimo 23 agosto. Inoltre sono stati annunciate altre novità per il luogo santo a cui l’amministrazione comunale tiene tanto. “Stiamo lavorando senza sosta – afferma l’assessore ai Servizi a rete Angelo Barone – posso comunicare infatti, che sono stati consegnati 30 nuovi fornetti e i lavori per la costruzione di 75 nuovi loculi sono già iniziati. Assicuro anche che entro la prima o al massimo entro la seconda settimana di settembre i lavori che saranno effettuati saranno visibili alla cittadinanza”.


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