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PALERMO - Piange disperata perché sua mamma viene perquisita da un’agente dalla frontiera tra Messico e Stati Uniti. Emozione, cronaca, storia nello sguardo di una bambina honduregna di due anni appena. È lo scatto mondiale più bello dell’anno ed è firmato da John Moore quello che ha vinto il primo premio del World Press Photo. La cerimonia si è svolta ad Amsterdam, la città che ha dato vita al più importante concorso di fotogiornalismo al mondo organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955, ed è lì che inizierà il ciclo di mostre che già dalla fine del mese approderà in Italia. A settembre per il terzo anno consecutivo, infatti, la prestigiosa esposizione tornerà in Sicilia, a Palermo, in una nuova location ancora top secret.

I giudici hanno esaminato 78.801 fotografie di 4.738 fotografi da 129 paesi diversi. Presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione del National Geographic che si occupa di contenuti visivi, nella giuria anche il fotografo Neil Aldridge, la curatrice Yumi Goto, il fotografo di Getty Images Nana Kofi Acquah, Paul Moakley, responsabile dei progetti speciali di Time, la fotogiornalista Alice Martins e la fotogiornalista di Associated Press Maye-e Wong. Gli scatti sono stati selezionati tra i finalisti annunciati il 14 febbraio scorso. Come l’anno passato la fondazione olandese ha infatti presentato tutti i candidati finalisti e non direttamente i vincitori di ciascuna delle otto categorie in concorso.

La giuria ha premiato anche Pieter Ten Hoopen, vincitore del World Press Photo Story of The Year - premio assegnato per la prima volta quest’anno - grazie alla storia sulla carovana di migranti diretta negli Stati Uniti e partita dall’Honduras. Le foto vincitrici saranno esposte in tutto il mondo, a partire dal festival di due giorni che inizia oggi ad Amsterdam. Le prime tappe italiane, organizzate grazie all'impegno di Cime di Vito Cramarossa, saranno Bari, Torino e Napoli, oltre che Palermo che, nelle prime due edizioni, ha attratto più di 25mila persone.

In gara per il World Press Photo of the Year, oltre allo scatto “Crying Girl on the Border” di John Moore, c’era anche quello di un italiano, Marco Gualazzini, fotografo dell’agenzia Contrasto che alla fine ha vinto comunque nella categoria Ambiente, Storie, con un lavoro sulla crisi umanitaria nel Ciad. Anche il romagnolo Lorenzo Tugnoli ha vinto, lui nella categoria General News, Storie, con un lavoro per il Washington Post sulla tragedia umanitaria in Yemen. Nessun siciliano in gara quest’anno. Lo scorso anno, invece, il catanese Alessio Mamo ha vinto il secondo premio, nella categoria People.



Palermo - Raccontare attraverso le immagini i riti della Settimana Santa che si celebrano nell’Arcidiocesi. E' l’iniziativa dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, che in collaborazione con la sezione Ucsi di Palermo, guidata dal prof. Michelangelo Nasca, organizza la 3a edizione del concorso fotografico rivolto ai soli amatori. Lo scopo è raccontare i momenti salienti, i dettagli, i volti e le emozioni della Passione e morte di Gesù Cristo.

“Interessarsi agli eventi della Settimana Santa – afferma il direttore don Pino Grasso - significa innanzitutto fare un viaggio alla scoperta delle radici storiche e culturali del territorio. Le immagini dei riti che si svolgono a Palermo e nei paesi dell’Arcidiocesi, dalla città fino a Regalgioffoli, costituiranno un itinerario di forti emozioni e suggestioni alla scoperta delle tradizioni popolari che si vuole consegnare soprattutto alle giovani generazioni. Il concorso fotografico vuole pure mettere in luce la spiritualità dei fedeli ed in particolare dei componenti le confraternite”.

L’artista sarà chiamato a raccontare i momenti più significativi delle tradizioni appartenenti alla nostra cultura religiosa e perpetrate con religiosa devozione da tante generazioni.

Il concorso è aperto a tutti gli amatori che potranno inviare una sola foto, scattata durante la prossima Settimana Santa, ovvero dal 14 al 21 aprile 2019. La foto, indicando il nome dell’autore e il luogo dello scatto, si dovrà inviare, entro il 22 aprile 2019 alla seguente E-mail: ufficiostampa@diocesipa.it.

La partecipazione è gratuita. La Giuria formata da fotografi professionisti sceglierà le tre migliori immagini i cui autori saranno premiati venerdì 31 maggio 2019, alle ore 12, presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti, in via G. L. Bernini, 52, a Palermo in occasione del Seminario di studio sul tema della 53° giornata mondiale delle Comunicazioni sociali.






Vito Cuti, negli ultimi anni ha ideato in modalita’ ”Studio Disinteressato del Documento Umano” , dei percorsi / evento multimediali di sensibilizzazione letteraria, storica ed artistica, nelle dimore storiche del comune di Bagheria, realizzati in linea con il principio platonico della” Natura Etica degli Impegni Collettivi. ” Lo scopo e’stato quello di far convergere insieme piu’ generazioni, dagli anziani sino ad arrivare ai ragazzi ed ai bambini, in direzione dei luoghi della nostra memoria storica collettiva mediante un graduale processo di capacitazione maieutica che dal singolo si e’ mosso verso il collettivo. Il tutto, attraverso logiche associative nuove e con la ”naturale intermediazione” di uno straordinario linguaggio pedagogico delle cose del passato , posto in evidenza da specifici percorsi che io definisco ”fotoletterariemotivi. ” Questo termine, di mio conio, descrive l’azione combinata e sinergica tra la forza motrice composta dall’arte della fotografia di cui mi servo per la sua ”universalita’ di linguaggio” ; della letteratura, che e’la sintesi organica della storia e delle tradizioni di un popolo, e non meno che della spinta propulsiva fornita dalle emozioni e dai sentimenti umani che vengono in superfice mediante un salire autonomo quando le persone si incontrano. Da questo processo spontaneo scaturisce un desiderio di conoscenza che si manifesta attraverso il dono divino di una parola, vista al di la’del semplice scopo di comunicazione pratica del linguaggio. Il tema della riscoperta dei luoghi della memoria e del riconoscimento dei valori ad essi legati, è quanto mai attuale e rivela un potenziale pedagogico e comunicativo sorprendente. In ogni evento, si e’di fatto scongiurato che: ”Passato e Presente possano Impoverire nelle Mutua Segregazione.” Nel contempo e’avventura pure una costruttiva : “Diretta Saldatura e Sintesi degli Opposti.” Nello specifico, il mio scopo e’quello di scongiurare e prevenire” l’amnesia dell’uomo moderno” nei confronti della sua storia passata. In questo modo, ogni qual volta riesco a suscitare interesse verso il nostro passato, (con la fotografia, la letteratura e con un evento incontro) opero in modo direttamente proporzionale una “diretta saldatura e sintesi” fra: 1) L’uomo moderno del consumo, “da una parte”, arroccato illusoriamente in cima al suo individualismo edonistico socialmente disgregante, che non sa e che non vuole sapere nulla del suo passato, condannandosi alla subalternita’ nei confronti di un presente reso cosi’ instabile e mutilato. Definisco tutti coloro che hanno una lettura e successiva interpretazione edonistica della vita: ”un popolo di contemporanei e di assimilati. ” 2) Il nostro immenso patrimonio storico / artistico e letterario, “dall’altra parte”, che non aspetta altro di essere consultato per prendere forma e vita e produrre frutti fecondi per poterci permettere di aprire finestre sul futuro. Tuttavia, una tale riscoperta non ci deve condurre ad imitare in modo pedissequo e passivo gli antichi, bensì a trovare una nuova identità ed a rinascere in modo autonomo come moderni nel solco delle nostre tradizioni secolari partendo dal presupposto che:” Esistere vuol dire essere in rapporto con una provenienza, sempre e comunque. ”

Vito Cuti, ” Tornare agli antichi per diventare moderni ”


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