Sabato 27 luglio 2019 alle 21:00 , ad Aspra, il Museo dell’Acciuga dei fratelli Balistreri ha organizzato una manifestazione in ricordo del commissario della squadra mobile di Palermo, Beppe Montana, a distanza di 24 anni dal suo assassinio per mano della mafia avvenuto a Porticello (Santa Flavia) il 28 luglio 1985. Stretto collaboratore del vicequestore Ninni Cassarà ucciso anche egli dalla mafia nell’agosto dell’85, entrò a far parte della squadra mobile di Palermo ed in seno a questa fu posto alla testa della neonata sezione “Catturandi”, che si occupava della ricerca dei latitanti. Ottenne risultati di rilievo, scoprendo nel 1983 l’arsenale di Michele Greco; collaborò al “maxi blitz di San Michele” del pool antimafia, eseguendo parte dei 475 mandati di cattura. Con il pool avrebbe continuato a lavorare a stretto contatto fino all’ultimo suo giorno, consolidando con quella struttura un rapporto nato con il giudice Rocco Chinnici, impegnato in prima linea nella “sfida” con la Cosa Nostra e che il Comune di Bagheria commemorerà con un’iniziativa, di cui abbiamo già detto, il 28 luglio a villa Cattolica. Proprio dopo l’uccisione di Chinnici, Montana aveva dichiarato: «A Palermo siamo poco più d’una decina a costituire un reale pericolo per la mafia. E i loro killer ci conoscono tutti. Siamo bersagli facili, purtroppo. E se i mafiosi decidono di ammazzarci possono farlo senza difficoltà.» Il Museo dell’Acciuga di Aspra per ricordare il sacrificio di Beppe Montana ha organizzato una serata-evento con i Palermo Jazz Reunion. L’evento sarà allestito nella piazza all’esterno del Museo, in un contesto carico di ricordi in cui si respira l’aria tipica del borgo marinaro. Il quintetto jazz spazierà tra i grandi classici dello swing e della bossa nova: la voce di Laura Vassallo sarà accompagnata dalla sassofonista e arrangiatrice Rita Collura, dalla contrabbassista Anna Maria Giannola, dal pianista Franco Caliò e dal batterista Gianfranco Ficano.
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Bagheria - “Legalità e lotta alla mafia dai Palazzi di Giustizia ai luoghi dell’educazione” è il titolo dell’iniziativa organizzata dal Comune di Bagheria in ricordo di Rocco Chinnici il magistrato ucciso con una Fiat 126 verde, imbottita con 75 kg di esplosivo parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Pipitone Federico a Palermo.
L’evento che si svolgerà domenica 28 luglio 2019, alle ore 19,00, a villa Cattolica, a poche ore dalla data del ricordo della morte del magistrato avvenuta alle 8 del mattino del 29 luglio 1983, nasce da un’idea dello sceneggiatore e scrittore bagherese Paolo Pintacuda che ha proposto all’amministrazione la proiezione del cortometraggio “Processo a Chinnici”, il cortometraggio prodotto da Valentino Picone, insieme a Salvo Ficarra per la Tramp Limited e diretto da Marco Maria Correnti. La proiezione sarà anticipata da un breve dibattito cui parteciperanno dopo i saluti istituzionali del sindaco Filippo Maria Tripoli e del vicesindaco Daniele Vella, il Dirigente del commissariato di Polizia di Stato di Bagheria Leoluca Rocchè, il docente di Procedura Penale dell’università di Palermo, il professore Giuseppe Di Chiara, il segretario del Centro Studi Pio La Torre Agostino D’ Amato, il parlamentare della Commissione Antimafia Nazionale l’onorevole Carmelo Miceli, e a chiudere il convegno l’europarlamentare Caterina Chinnici, figlia del magistrato. A moderare il convegno la giornalista Marina Mancini, ad introdurlo l’ideatore sceneggiatore e scrittore Paolo Pintacuda.
Dopo il dibattito e prima della proiezione del cortometraggio prenderanno la parola il regista di “Processo a Chinnici” Marco Maria Correnti, lo sceneggiatore Giovanni Furnari e la direttrice artistica Rosita Ferraro.
Nel corto il magistrato viene fantasticamente processato per eccesso di legalità. Tra i capi di imputazione aver indebolito il solido rapporto tra Stato e mafia, aver migliorato la giustizia, aver intuito, senza l’aiuto dei pentiti, i meccanismi e i rapporti generati dai mafiosi. E, soprattutto, aver dato vita, nel 1980, al pool antimafia in cui coinvolse anche i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il corto ha un intento didattico; sono infatti un gruppo di studenti della scuola secondaria di primo grado Cosmo Guastella di Misilmeri, dove era nato il magistrato siciliano, che si sono trasformati in attori in erba per dar vita alla storia scritta in occasione del 35° anniversario dall’assassinio del giudice Chinnici. Oggi per il 36° anniversario di quel tragico giorno l’assessorato alla Cultura e alla Legalità diretto dal vicesindaco Daniele Vella ha deciso, facendo sua la proposta di Pintacuda, di organizzare questa iniziativa. «Ringrazio l’onorevole Caterina Chinnici per essersi prestata in questi giorni per lei di dolore ad essere presente a Bagheria» – ha detto Vella – «così come ringrazio tutti coloro che hanno aderito a questo giorno del ricordo. Per un magistrato come Chinnici formazione, incontro, soprattutto con i giovani, erano importanti e d’esempio. E per questo riteniamo che organizzare eventi come questi sia anche rispettare l’azione e l’operato di un valente magistrato che ha dato la vita per il suo lavoro».
Il 9 maggio è un giorno di lutto per l’Italia. Tutti ricordano 41 anni fa, il 9 maggio del 1978, il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, politico, accademico e giurista italiano, segretario politico e presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, fu ritrovato in via Caetani, a Roma.
I siciliani, e non solo, ricordano anche, lo stesso giorno, il barbaro assassinio di Peppino Impastato, giornalista e attivista siciliano, membro di Democrazia proletaria noto per le sue denunce contro Cosa Nostra. Peppino, giovane innamorato della legalità e della sua Sicilia veniva fatto saltare in aria, sui binari di un treno, nel tentativo di farlo passare per un terrorista che stava posando una bomba lungo la linea ferroviaria.
“E’ impossibile vivere questo giorno senza riandare con la memoria a quei tristi eventi che segnarono la storia dell’Italia, nel 1978” – dichiara il sindaco di Bagheria, Filippo Maria Tripoli – “l’importanza di ricordare uomini come Aldo Moro e Peppino Impastato è duplice: non solo non in questo modo si mantiene vivo il ricordo di uomini che hanno amato la propria Patria, la propria terra ed hanno lottato per degli ideali di pace, libertà, e uguaglianza ma si ricorda che tali sacrifici devono spingerci, singolarmente, a non render vani tali sacrifici, perseguendo sempre, in ogni azione Legalità e Giustizia”. Il 9 maggio 1978, giorno del martirio di Aldo Moro e Peppino Impastato, rappresenta nella Storia del nostro Paese un evento che deve e dovrà essere sempre ricordato perché sono stati uomini che hanno messo prima delle proprie esigenze quelle della Comunità. A distanza di 41 anni – conclude il sindaco- sono ancora vive in ognuno di noi le immagini di quelle ore. Che se ne continui a parlare sempre e che la loro storia entri nelle scuole, esempi per le giovani generazioni”.
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