Ieri, in ricordo della grande persona e di quello che fece per la lotta contro la criminalità, a Villa Cattolica sede del Museo Guttuso, si è svolta la manifestazione “Legalità e lotta alla mafia dai Palazzi di Giustizia ai luoghi dell’educazione” da un’idea dello scrittore e sceneggiatore Paolo Pintacuda.
Ad aprire la serata in ricordo di Chinnici il sindaco di Bagheria Filippo Maria Tripoli:«La nostra speranza è che questi eventi non rimangano eventi straordinari in giornate quotidiane. Ognuno di noi, secondo i propri ruoli e le proprie competenze, deve testimoniare una cosa che dovrebbe essere normale ma che molto spesso non lo è cioè la legalità. Abbiamo un compito che ci è stato dato dai cittadini» – ha sottolineato il primo cittadino che è quello di portare all’interno delle istituzioni, svolgendo il mandato, comunque transitorio, il rispetto delle regole secondo il proprio ruolo, che significa, per un sindaco, rispettare la legge, la legalità e lottare contro la mafia.
Il sindaco ha inoltre desiderato ringraziare tutte le le forze dell’ordine presenti sul territorio, i politici, i singoli cittadini che ogni giorno rispettano il proprio ruolo e le regole nel proprio ambito di lavoro e in famiglia e a scuola: «Questo è anche il senso della giornata di oggi ricordando Chinnici e la sua opera».
A prendere la parola dopo il sindaco l’assessore alla legalità e alla cultura Daniele Vella: « E’ necessaria una forte sinergia tra le istituzioni. La funzione repressiva incontra dei forti limiti in una società che è in fortissimo cambiamento nella quale vi sono stimoli di informazione, stimoli culturali, modi di fare, modi di essere differenti, che certamente hanno modificato la sociale nella quale viviamo, sempre più globalizzata sia negli aspetti positivi che negativi. Questi limiti possono essere colmato dalla funzione educativa come quella che esercitava Chinnici con la sua opera» – spiega l’assessore Vella.
Il dibattito coordinato dalla giornalista capo ufficio stampa del Comune di Bagheria Marina Mancini è entrato nel vivo con gli interventi dei relatori invitati al dibattito e dopo l’intervento di Paolo Pintacuda che ha suggerito l’iniziativa all’amministrazione che ha previsto anche la proiezione del cortometraggio “Processo a Chinnici” di cui erano presenti il regista di Marco Maria Correnti, lo sceneggiatore Giovanni Furnari e la direttrice artistica Rosita Ferraro.
Leoluca Rocché, dirigente al commissariato di Bagheria durante i suoi saluti ha puntualizzato: «Fare memoria significa ricordare per agire. Ricordiamo per non indietreggiare. – Noi, come Chinnici andiamo nelle scuole, anche per vincere la diffidenza nei nostri confronti, nei confronti delle Forze dell’ordine».
«Giustizia è legalità, è scuola, è filiera dell’educazione» – ha sottolineato il professor Giuseppe Di Chiara, docente di procedura penale presso l’Università di Palermo. «La giustizia non c’è dubbio che vada amministrata con rigore e con precisione come non c’è dubbio che il presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine sia l’elemento di partenza per garantire un contesto di legalità m da soli fanno poco, perché in realtà c’è un humus da costruire, un contesto che non può essere fondato solo sulla repressione ma che debba muovere invece da valori condivisi. Rocco Chinnici è stato il primo a comprendere che questo sforzo non dovesse essere svolto in termini episodici ma strutturali» – conclude il docente.
Tra le varie domande e sollecitazioni poste dalla giornalista Marina Mancini non si poteva non far riferimento alla legge Rognoni – La Torre e all’operato di Pio La Torre. A tal proposito è intervenuto il Segretario del centro Pio La Torre, Agostino D’Amato: «E’complicato raccontare ciò che erano quegli anni. orti i ragazzi nei luoghi degli attentanti, rendi vero ciò che si può vedere, toccare, per coinvolgere i ragazzi, che spesso, soprattutto quelli di periferia, crescono con altri tipi di mito e altri valori. Il centro studi Pio La Torre continuerà il lavoro nelle scuole con i ragazzi, rapportandoci con le istituzioni come abbiamo sempre fatto – conclude D’Amato – Questo connubio fa capire che lo Stato è più forte della mafia».
Preoccupato l’intervento di Carmelo Miceli, parlamentare della Camera dei deputati e membro della Commissione antimafia nazionale, che in merito a riguardo quello che la politica sta attuando contro la mafia dice: «Mi preoccupa l’efficacia della lotta alla criminalità organizzata perché non siamo riusciti ad avere un confronto con il ministero dell’interno. Molto mi lascia pensare che certe questioni siano più sulle spalle delle forze dell’ordine e della magistratura. Il momento storico che stiamo vivendo è un momento di grande confusione politica. Ma la lungimiranza di queste iniziative è importante» – conclude l’onorevole Miceli sottolineando che bisogna tornare a spiegare nel dettaglio ai ragazzi che cosa sia la mafia.
Ha concluso il dibattito la figlia del magistrato: «Questo incontro in questo contesto suscita in me una grandissima emozione» – dice Caterina Chinnici – «Quello che è accaduto quella mattina ha cambiato per sempre la nostra vita.Tutto ruotava sempre intorno a lui. Lui c’era sempre. E quella mattina quella sicurezza è scomparsa per sempre.E’ un dolore ti accompagna ogni giorno della tua vita» dice l’l’europarlamentare.
«Noi abbiamo fatto la scelta di non sentirci vittime, noi siamo dei sopravvissuti, abbiamo trasformato quel dolore in una grande forza» E anche lei sottolinea l’importanza di far conoscere ai ragazzi quanto è costato quello che si dà adesso per scontato.
Dopo il lungo e dettagliato ricordo di Caterina Chinnici si è passati all’introduzione del cortometraggio.
«La scelta di coinvolgere i ragazzi come attori rappresenta la voglia di Chinnici di parlare ai giovani» – ha affermato il regista Marco Maria Correnti – «Anche noi con il nostro lavoro siamo obbligati a fare qualcosa per la società. Mettendo quella bomba la mafia ci ha svegliato tutti quanti».
Giovanni Furnari, autore della provocatoria sceneggiatura, ha detto: «Va bene la scuola, va bene la politica, ma anche il cittadino deve dire qualcosa e fare la sua parte».
A concludere la serata l’intervento della direttrice artistica della pellicola che ha anche ricevuto il riconoscimento al Giffoni Film festival, Rosita Ferraro che ha detto: «L’elemento fondamentale di questa storia è l’amore per le gesta di questo grande uomo. Abbiamo pensato a qualcosa di bello da raccontare e rappresentare e per parlare di bellezza è bene parlare di Rocco Chinnici».