Sono due nomi di grande rilievo i due curatori di “Twist”, la personale dell’artista bagherese Arrigo Musti, il cui vernissage si terrà il 21 dicembre prossimo.
Si tratta di Lorenzo Canova e Annabelle Priestley.
Lorenzo Canova è storico dell’arte, curatore e critico d’arte, dottore di ricerca in Storia dell’arte presso l’Università di Roma “La Sapienza”, è professore associato di Storia dell’Arte Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione dell’Università degli Studi del Molise. Si occupa di arte moderna e contemporanea, con una particolare attenzione all’arte del Cinquecento romano, all’arte della seconda metà del Novecento e all’arte delle ultime generazioni italiane e internazionali. Ha curato mostre in musei e spazi pubblici italiani e internazionali. È fondatore e direttore dell’ARATRO – Archivio delle Arti Elettroniche- Laboratorio per l’Arte Contemporanea, Università degli Studi del Molise, Campobasso. È componente del consiglio scientifico e del board della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Annabelle Priestley è assistente e curatore presso il Museo d'Arte della Princeton University. Ha conseguito un Master in Arte Moderna e Contemporanea e relativi mercati, presso dipartimento d'struzione di Christie’s a New York. Al Museo d'Arte della Princeton University, ha curato la mostra Donne Artiste e Astrazione e portato avanti ricerche preliminari per diverse altre mostre al museo, tra cui Joseph Albers: Formulazione e Articolazione, Time Capsule, 1970: Currents, and Color and Motion di Rauschenberg.
Lorenzo Canova e Annabelle Priestley, curano anche in catalogo in fase di stampa, Canova sarà presente al vernissage del 21 dicembre. «Il lavoro di Musti è una dichiarazione d'amore alle sue radici, un lamento per nostro presente intossicato, ed una preghiera per un futuro più luminoso» – scrive Annabelle Priestley nell’introduzione al catalogo ove sono presenti anche gli interventi dell’amministrazione comunale che patrocina la mostra, ed in particolare del sindaco di Bagheria, Filippo Maria Tripoli e dell’assessore alla Cultura Daniele Vella.
«La pittura di Musti è composta da una materia vibrante e quasi acida» – sottolinea Lorenzo Canova nella sua introduzione al catalogo - «da texture e gocciolature, da superfici tattili e smaltate dove, come sommerse, pulsano le memorie delle antiche sculture, in una sorta di mondo parallelo, subacqueo e onirico, in cui millenari frammenti iconici sembrano emergere dall’inconscio collettivo di tutto il Mediterraneo».
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