“Per avere dimostrato capacità professionale e doti artistiche nell'elevare il patrimonio culturale della cucina italiana”. Con questa motivazione è stata assegnata la medaglia di bronzo alle due chef Rita Del Castillo di Casteldaccia e da Antonella Rocco di Palermo che lavora in Piemonte, ai campionati di cucina italiana gara “MisteryBox” svoltisi a Rimini nello scorso weekend. Le due amiche hanno trovato come principale ingrediente per le loro performance la faraona e poi un antipasto con polipo e baccalà accompagnate con due maionese montate a mano e cucinati al forno a microonde. “La tensione è finita – dice Rita Del Castillo – e adesso possiamo goderci un po' di relax. Ritengo di aver mantenuto ciò che mi ero prefissata e spero di portare i progetti futuri a compimento insieme a tutte le Lady Chef, che abbiamo costituito lo scorso mese di aprile alla Fiera del Mediterraneo nell’ambito dell’associazione dei cuochi e pasticceri della provincia di Palermo, con grande entusiasmo e responsabilità”. L’assemblea delle socie svoltosi durante l'evento “Expo cook” alla presenze del presidente Giacomo Perna e del segretario Rosario Seidita aveva eletto proprio Rita Del Castillo, coordinatrice provinciale delle Lady chef. “Come prevede lo statuto l'obiettivo dei sodalizio per quello di rendere merito alla figura della donna in cucina – aggiunge Rita Del Castillo – valorizzandone la professionalità e contribuendo a dare una immagine diversa delle cuoche che spesso vengono identificate in coloro che realizzano una cucina casalinga e di basso profilo, ma al contrario sono delle professioniste serie e qualificate che lavorano con passione e dedizione e che sempre più spesso dirigono le cucine anche di ristoranti molto affermati”.
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Palermo - In relazione alla circostanza - comunicata agli organi di informazione dai vertici della Dia di Palermo a seguito dell'arresto di otto persone ritenute organiche alla famiglia mafiosa del quartiere Arenella - relativa alla presenza del boss Gaetano Scotto (tra gli otto destinatari delle misure restrittive) ai festeggiamenti in onore di Sant'Antonio di Padova nel giugno del 2016, l'Arcidiocesi di Palermo precisa che la presenza del boss a bordo dell'imbarcazione privata che trasportava la statua del Santo non è riconducibile in alcun modo né alla Confraternita “Sant'Antonio di Padova all'Arenella” (organizzatrice dei festeggiamenti) né tanto meno alla parrocchia di Sant'Antonio di Padova. La Confraternita si è anzi premurata di indicare al proprietario dell'imbarcazione il numero di coloro che potevano accompagnare la statua del Santo durante la processione via mare in ottemperanza alle disposizioni della Capitaneria di Porto di Palermo e delle autorità marittime. Se qualcuno - e tra questi lo Scotto - ha deciso di salire a bordo fuori dalle procedure che devono essere normalmente seguite, ciò non è minimamente ascrivibile alla responsabilità degli organizzatori dei festeggiamenti e della parrocchia del luogo. Il parroco della chiesa di Sant'Antonio di Padova don Francesco Di Pasquale e i responsabili della Confraternita “Sant'Antonio di Padova all'Arenella” non soltanto stigmatizzano l'eventuale presenza di soggetti legati alla criminalità mafiosa che approfittano della presenza di centinaia di fedeli per mischiarsi alla folla ma prendono le distanze da ogni possibile forma di strumentalizzazione di un evento religioso che deve essere vissuto soltanto in ragione di una fede e di una devozione autentiche. La Chiesa di Palermo ribadisce ancora una volta l'assoluta inconciliabilità dell'agire malavitoso con l'appartenenza ad una confraternita, così come chiaramente espresso nel Decreto del 25 gennaio 2019 emanato dall'Arcivescovo S.E. Mons. Corrado Lorefice; un Decreto che richiama anche la Lettera “Convertitevi!” dei Vescovi di Sicilia in occasione del venticinquesimo anniversario dell'accorato appello di S. Giovanni Paolo II, nella Valle dei Templi di Agrigento, il 9 Maggio 1993: con quella Lettera i Presuli siciliani hanno riaffermato con forza l'inconciliabilità «di chi si affilia alle organizzazioni mafiose, pur continuando a farsi quotidianamente il segno della croce e a frequentare la messa domenicale, oltre che le processioni patronali e le riunioni confraternali, senza però avvertire in tutto ciò alcuna contraddizione». «Non possiamo rassegnarci - continuano i Vescovi - a veder degenerare le varie forme di pietà popolare in espressioni di mero folklore, manovrabile in varie direzioni, anche da parte delle famiglie mafiose di quartiere, in quest'ultimo caso soprattutto per fini di visibilità e di legittimazione sociale. Non possiamo tollerare che le festività di Cristo Gesù, di Maria Madre sua e dei suoi santi degenerino in feste pseudo-religiose, in sagre profane, dove - nella cornice di subdole regie malavitose - all'autentico sentimento credente si sostituiscono l'interesse economico e l'ansia consumistica, e dove non si tributa più onore al Signore ma ai capi della mafia». Si tratta di indicazioni che la Confraternita “Sant'Antonio di Padova all'Arenella” ha pienamente recepito anche attraverso il costante rapporto con la parrocchia del quartiere, attualmente impegnata ad annunciare il messaggio di salvezza del Vangelo attraverso la promozione di progetti di utilità sociale, come il progetto “In.Con.Tra” finanziato con i fondi dell'8 per Mille e il progetto “Tutti a bordo” realizzato in sinergia con l'amministrazione comunale; un impegno che nei mesi è costata alla parrocchia una quindicina di scritte offensive e intimidatorie sui muri delle strade che conducono al porticciolo dell'Arenella. “Segnali che denotano - ha sottolineato l'Arcivescovo - che c'è qualche forza a cui questo lavoro e la collaborazione tra parrocchia, Confraternita, Istituto Maria Ausiliatrice, Azione Cattolica e diverse altre realtà dà fastidio” Che nessuno creda quindi di poter trasformare un evento di fede e di devozione in una sorta di “passerella” attraverso codici di comunicazione che nulla hanno a che fare con la religiosità popolare autentica e ispirata unicamente all'annuncio del Vangelo.
Bagheria - Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, stamani a Bagheria presso i magazzini ex Sacos ha incontrato imprenditori del settore agricolo e rappresentanti politici regionali e cittadini. La presenza del ministro è stata l'occasione per fare un discorso più ampio sullo sviluppo del territorio e stato p anche presentato il progetto di realizzazione del nuovo Mercato-ortofrutticolo.
Abbiamo sentito il Ministro Bellanova, il Primo cittadino Tripoli, l'assessore regionale Bandiera e l'imprenditore Fricano.
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