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Immagine del redattorePino Grasso

Legambiente chiede che si prosegua nell'abbattimento degli immobili abusivi a Bagheria


Dopo l’abbattimento delle prime case abusive dello scorso 29 maggio, Legambiente chiede di proseguire nell’azione repressiva da parte dell’amministrazione comunale nei confronti di chi ha costruito illegalmente, deturpando il territorio. “Finalmente anche a Bagheria entrano in azione le ruspe per l’abbattimento delle case abusive – dichiarano Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, e Luigi Tanghetti, presidente del circolo Legambiente di Bagheria – ma, come abbiamo recentemente sottolineato in un incontro con il sindaco Filippo Tripoli e l’assessore Brigida Alaimo, questo non basta e non è sufficiente, perché, nel recentissimo passato, a Bagheria, ci sono stati troppi segnali di ambiguità, con atti amministrativi che riteniamo illeciti e fondati sul nulla, frutto solo di inutili e demagogiche promesse elettorali, servite anche a tentare di coprire e cercare di rendere possibili operazioni speculative, come quelle proposte dalla società “Nuova Posedonia”, tra i cui soci risulta l’ex sindaco Patrizio Cinque, per sanare l’ecomostro di Aspra. Occorre, in maniera chiara e netta, chiudere con il passato e voltare pagina”. In particolare gli esponenti di Legambiente chiedono l’annullamento di un atto della precedente amministrazione comunale che di fatto ha salvato dalle ruspe gli immobili. “Per fare questo – aggiungono Zanna e Tanghetti – chiediamo alla nuova Giunta municipale di annullare la delibera n. 2 del 3 gennaio 2018, approvata dalla precedente Amministrazione comunale, facendo così cadere i presupposti che hanno portato il dirigente comunale del servizio preposto a emettere un’ordinanza volta a fermare le demolizione già in atto ad Aspra e nella fascia dei 150 metri dalla battigia di inedificabilità assoluta, in attesa di una fantomatica variante al piano regolatore. La manovra era tanto meschina e infondata, sotto tutti gli aspetti giuridici, al punto che la giunta Cinque ci ha sempre impedito, fino all’ultimo, di accedere agli atti e costretto a rivolgerci alla giustizia amministrativa e a presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Mi duole rilevare che il Comune che si è costituito nella causa dicendo che non può darci gli atti perché è stato diffidato in tal senso dalla società, appare scarsamente interessato a chiudere la vicenda, che si sarebbe potuta risolvere al contrario, con una definizione pacifica della controversia come da noi esortato, non sussistendo alcun ostacolo di carattere giuridico alla sua soluzione ma solo la necessità di prendere una ferma trasparente presa di posizione; certo questa apparente scelta non ci mostra il desiderio di spezzare certe continuità tendenziali con le precedenti pratiche ed abitudini e ciò non ci può che spiacere”. L’amministrazione comunale al momento ha le mani legate per una serie di ricorsi pendenti, in ogni caso l’obiettivo del Comune è di attuare iniziative che, nel rispetto dei principi di legalità, tendano a garantire e a rendere effettive e sollecite le procedure di demolizione dei manufatti abusivi per i quali sia intervenuta pronuncia irrevocabile del giudice penale.Subito dopo il suo insediamento, l’amministrazione comunale aveva demolito ilprimo dei 9 immobili, soggetti all’abbattimento, in quanto ricadenti in area assoggettata a vincolo di inedificabilità assoluta, ovvero nella fascia di rispetto dei 150 metri dalla battigia. L’intervento riguardava un immobile costruito lungo la costa di Mongerbino, ad Aspra, nei pressi dell’Arco azzurro, reso famoso da una famosa ditta di cioccolatini è stato eseguito.


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