Marcello Carini, danzatore del Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo e direttore artistico di Ensemble Company è stato invitato dal 15 di maggio come Master Teacher and Resident Choreographer per tenere delle lezioni di danza classica e contemporaneo e delle coreografie per Ibt Academy di Philadelphia, centro danza molto rinomato in Pennsylvania che alterna maestri ospiti provenienti da compagnie internazionali come Boston ballet, American ballet e Martha Graham Dance Company.
Il coreografo palermitano creerà con gli allievi e per gli allievi della scuola statunitense quattro coreografie, facendo cimentare i ragazzi con il suo linguaggio coreografico. Le coreografie prenderanno parte a concorsi e festival internazionali.
«Sono felicissimo e non sto più nella pelle, – dice Marcello Carini - difficilmente un coreografo siciliano viene invitato negli Stati Uniti e non avrei mai creduto di riuscire a portare la mia poetica così tanto lontano. A Philapdephia è piaciuta la mia ricerca coreografico e la forte sensibilità con la quale fotogramma dopo fotogramma creo una coreografia. Ho lavorato tanto in questi anni sulla mia indagine di movimento inizialmente con i miei studenti poi con gli allievi di alcuni centri di perfezionamento in Italia e ho avuto anche il piacere di creare coreografie per moltissimi danzatori professionisti tutto questo ha influito ad arricchito il mio bagaglio artistico e le mie capacità creative. Spero che questa nuova esperienza porti dentro di me nuove emozioni e nuove idee , un po’ come avvenuto l’estate scorsa mentre ero in residenza artistica in Irlanda».
Parlando delle sue coreografia, Carini tiene a specificare che il suo stile cerca di: «Assaporare la ricerca incessante di movimento e miscelarla ad un pensiero filosofico, che,come un cubo fluttuante nello spazio, denso del proprio peso stilistico, tende ad evocare costanti metafore coreografiche, donando riflessioni sulle odierne relazioni, con oggetti, persone e talvolta anche con eroi ed eroine della storia che rivivono vecchi drammi con nuovi innesti di rapporti. Una ricerca attuale, che mantiene il "retro'-gusto" di un passato, quel passato che nell'arte e sopratutto nella danza, così come nella vita, ci apre una finestra sul nostro presente».
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