Aspra - Hanno salvato un uomo e stavano per strapparne alla morte un altro. Da più parti adesso si chiede di riconoscere l’atto di eroismo di tre asprensi che incuranti del pericolo sono intervenuti. A distanza di dieci giorni emergono più nitidi i contorni della vicenda accaduta la notte di Ferragosto quando è annegato nel mare di Aspra il cittadino italo americano Antonio Badalamenti di 65 anni.
È stato grazie al coraggio e alla dedizione di due pescatori, il sessantenne Eduardo Piretto, il figlio Stefano di 30 anni e un muratore loro amico, Pietro Marra di 27, che la Guardia costiera ha recuperato l’uomo che poi purtroppo è morto. Nella stessa serata i due pescatori, che conoscono benissimo quel tratto di mare, avevano salvato un altro ragazzo che rischiava di annegare. A ricostruire la vicenda il pescatore Stefano Piretto che si trovava con la famiglia nelle vicinanze dello Scalo di Levante ad Aspra nella serata del 15 agosto. «Era trascorsa da poco la mezzanotte – racconta Stefano – e dopo l’allarme che era stato lanciato che c’era un uomo disperso, insieme all’amico Pietro Marra ho preso una piccola barca e a colpi di remi abbiamo raggiunto il largo». «Mentre ero intento a guardare i fuochi d’artificio di mezzanotte – dice Pietro Marra – ho sentito gridare un ragazzo inglese che chiedeva aiuto tra la folla, allora mi sono avvicinato e mi ha indicato il mare dove notavo la testa di un uomo che si muoveva in evidente difficoltà. Non ci ho pensato un attimo e mi sono tuffato». Anche altre persone si erano già tuffate in mare e a nuoto cercavano di raggiungere la persona bisognosa d’aiuto, ma non ci riuscivano perché il mare forza 6 ed il vento che soffiava forte, oltre al buio pesto, non consentivano di raggiungere il malcapitato che annaspava in mare». «Superati i ragazzi che nuotavano – aggiunge Stefano Piretto – siamo giunti alla barriera frangiflutti dove il mare risultava essere più grosso e pertanto abbiamo deciso di tornare a riva. Rientrando a riva abbiamo incrociato nuovamente i ragazzi che si erano tuffati e ne abbiamo soccorso uno che era in difficoltà e stava bevendo acqua». Arrivati a riva c’era ad attenderlo il padre Eduardo e due agenti del commissariato di polizia di Bagheria che tutti insieme sono tornati al largo nonostante le precarie condizioni di stabilità della barca che rischiava di affondare. «Giunti a 250 metri dalla riva abbiamo trovato l’uomo scomparso – continua Stefano Pirretto – senza non poche difficoltà uno dei due poliziotti si prodigava per tirare sulla barca mentre il natante imbarcava acqua. Allora abbiano cercato di contenere il peso del poliziotto che è riuscito ad afferrare l’uomo, ma a non tirarlo a bordo».
A quel punto è giunta una motovedetta della capitaneria di porto che gli agenti avevano chiamato al telefono e si è riuscito a prendere il corpo dell’uomo che è giunto esanime all’ospedale. Non è la prima volta che i due pescatori soccorrono uomini in mare perché ad Aspra mancando il porto i soccorsi sono più difficili a causa delle correnti molto forti. Sulla vicenda è intervenuto anche don Cosimo Scordato, da sempre impegnato, attraverso il suo ministero, nella promozione umana. «Ritengo che azioni di questo tipo meritano di essere evidenziate – dichiara il bagherese– perché, in una situazione dove spesso emergono atteggiamenti egoistici e opportunistici, vengono alla luce atti di eroismo che sanno di quotidiano e ad un tempo di eccezionale. Si tratta di un salvataggio di due pescatori di Aspra che hanno agito con spontanea generosità, la notte del Ferragosto con coraggio e dedizione, affrontando un mare in tempesta e con rischi personali».
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