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Immagine del redattorePino Grasso

Bagheria. Crisi del commercio: Articolo uno chiede meno tasse per i più virtuosi


«I numeri del commercio e la chiusura di tante attività a Bagheria ci dicono che bisogna fare qualcosa subito. Da qui la necessità di avviare un tavolo di crisi che coinvolga le istituzioni, le associazioni di categoria delle imprese e i sindacati dei lavoratori». È’ quanto propone il segretario cittadino di «Articolouno» Rosario Tomasello il quale aggiunge: «La chiusura di tanti negozi è un fenomeno nazionale di cui si parla pochissimo perché non si vede e a Bagheria il commercio locale è destinato a una crisi sempre più profonda. Contrariamente a quanto accade per le grosse crisi aziendali, su cui giustamente si concentra l’attenzione mediatica, ma si tratta di tantissimi piccoli casi diffusi su tutto il territorio che rappresentano una perdita di posti di lavoro preoccupante». La presa di posizione di Tomasello arriva all’indomani dell’approvazione da pare della Giunta lo scorso 15 gennaio del nuovo regolamento di misure preventive per sostenere il contrasto dell’evasione dei tributi locali. «Nell’immediato – continua Tomasello – proponiamo all’amministrazione comunale varie misure: la prima è di introdurre un sistema di tracciabilità dei rifiuti differenziati per le attività commerciali che diventi esecutivo già quest’anno con la tangibile possibilità di riduzione della Tari in proporzione al conferito e alla tipologia di differenziata; la seconda è l’adozione dell’ordinanza “Plastic free” già presentata all’attuale amministrazione».

La proposta è stata articolata con l’attuale circolo di «Legambiente» che prevede la possibilità della riduzione delle tasse Tari sui rifiuti e Tosap sull’occupazione dl esulo pubblico, per gli esercenti virtuosi. «Sarebbero un segnale positivo – aggiunge Tomasello – e rappresenterebbero una boccata di ossigeno per le attività commerciali del territorio. La lotta all’evasione è un obbligo delle istituzioni, ma è compito del buon amministratore trovare tutte le soluzioni per arginare una crisi profonda che senza interventi immediati comporterà il declino definitivo della nostra città. La vivibilità di vie e quartieri è garantita da un commercio diffuso, e ci aspettiamo comportamenti concreti».

Secondo uno studio della Confcommercio, in città, negli ultimi due anni, oltre un centinaio di attività commerciali hanno chiuso i battenti nei due corsi principali della città, ovvero corso Umberto e corso Butera, dove si concentrano la maggior parte dei negozi. Un dato che certifica la crisi del settore a Bagheria, dove operano più di 8.000 esercenti dei vari settori merceologici, in massima parte dell’abbigliamento e delle calzature. «Non possiamo rassegnarci – conclude Tomasello – alla prospettiva di vie deserte, di saracinesche chiuse e di furgoni che consegnano i prodotti ordinati sul web. Non può e non deve essere questo il futuro della nostra città, ne va del nostro futuro e non solo quello dei commercianti».

I commercianti chiedono un incontro con l’amministrazione comunale per venire a capo della crisi. «Avevamo chiesto un incontro oltre due mesi fa – dice il presidente del Centro commerciale naturale “Umberto Gallery”, Luca Scalisi – per interloquire ma con questa amministrazione è estremante difficile. Penso che sia auspicabile un tavolo urgente per il verificarsi di spiacevoli inconvenienti perché la determina della Giunta è molto opinabile perché si intuisce che si vuole fare cassa. Capisco che molti non pagano da anni ma cominciamo a fare chiarezza a partire proprio dai criteri di come siano state date le licenze comunque aspettiamo con urgenza un incontro».


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