Ficarazzi - Con un messaggio su Facebook Giuseppe Nangano smentisce tutto riguardo al 1.300.000 di confisca della finanza raccontando fatti e difendendo l'immagine dell'azienda di famiglia.
"RINGRAZIO DI CUORE tutti gli amici e tutte le persone che con il loro affetto e il loro calore ci sono state vicine dopo il massacro mediatico di sabato scorso.
A loro comunico che sabato scorso (lo stesso giorno) il Tribunale del Riesame di Palermo analizzando tutti i documenti e le 8 precedenti sentenze da noi vinte in sede tributaria aveva GIA' ANNULLATO l'ordinanza di sequestro disposto dal Tribunale di Termini Imerese.
Il dispositivo di DISSEQUESTRO è stato a noi notificato stamattina alle ore 8:45 ma era già depositato alla cancelleria già da sabato mattina mentre i media ci massacravano.
Purtroppo il danno d'immagine rimane per chi non conosce la Famiglia Nangano e non conosce il nostro gioiello, il nostro orgoglio, la nostra Aenne press spa, un'azienda sana, seria e costruita mattone dopo mattone con tanto sudore e tanti sacrifici. Le persone che ci conoscono bene, con le loro telefonate e gli abbracci di solidarietà ricevute in questi due giorni non hanno avuto dubbi sull'infondatezza di quanto scritto e raccontato dalla macelleria mediatica.
Rimane solo il perché qualcuno ha diramato questa infame notizia lo stesso giorno che era stato già depositato il dispositivo di dissequestro.
Seguirà un Comunicato Stampa Ufficiale che i nostri legali stanno preparando.
Grazie davvero a tutti e abbraccio ognuno di voi.
Famiglia Nangano"
La storia della vicenda era stata raccontata da tutti i mezzi di comunicazione da Repubblica Palermo fino alle testate online. Un tam tam che ha reso in poco meno di 24h la notizia di dominio pubblico mentre dalle parole dello stesso Giuseppe Nangano, gestore insieme al fratello, ai figli ed ai nipoti, dell'azienda di distribuzione editoriale, il dissequestro veniva posto in essere dal riesame del tribunale di Termini Imerese.
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