Bagheria - Si tratta del baby sindaco della scuola “Giosuè Carducci”, eletto dai compagni che gli hanno permesso di indossare la fascia tricolore dell'Italia che lui Diallo Yassine, è orgoglioso di portare. Si tratta del primo caso in città che dimostra la sensibilità e affabilità della scuola nel rispetto, dei diritti civili. Alle elezioni si sono presentati otto candidati delle varie classi terze i quali hanno esposto i loro programmi, proponendo idee e progetti sia per la scuola che per la città. Fra i candidati (3 ragazzi e 5 ragazze) c’è anche Yassine della III/I, che ha voluto mettersi in gioco affrontando questa nuova esperienza. “Ancora una volta i giovani insegnano agli adulti come i valori dell'accoglienza e dell'integrazione siano praticabili – dice il dirigente scolastico Carmen Tripoli – anche in un tempo caratterizzato da deprecabili rigurgiti di intolleranza. A nome personale e di tutta la comunità scolastica mi congratulo vivamente con Yassine che esorto a lavorare con impegno e grande senso di abnegazione”. Ormai da tanti anni, l’istituzione del Consiglio dei ragazzi e la figura del sindaco della scuola, offrono agli alunni e alle alunne la possibilità di sperimentare consapevolmente lo spirito di responsabilità e i valori della partecipazione. L’attività del Consiglio finalizzata ad educare alla democrazia, apre un dialogo e un confronto non solo fra gli stessi ragazzi, ma anche con il mondo degli adulti. “La sua spigliatezza, il suo sorriso contagioso, la sua voglia di fare e di agire – spiega la referente alla legalità prof.ssa Teresa Maggiore – hanno fatto centro negli animi di tutti ed è stato eletto con ampio margine, sindaco della “Carducci” per il corrente anno scolastico. Per tutti la giornata è stata particolarmente emozionante e coinvolgente. Pensiamo quanto sia difficile al giorno d’oggi pronunciare parole come condivisione, cooperazione, inclusione vera. Forse abbiamo perso queste capacità e oggi a scuola Yassine ha fatto la differenza, perché ognuno di noi ha sperimentato la bellezza dell’essere insieme, di costruire qualcosa insieme, di scoprirsi simili e differenti, nella consapevolezza che tutti apparteniamo alla stessa specie umana”. Yassine è un ragazzo quindicenne che ha regolarmente frequentato la prima e la seconda media nella scuola. E’ arrivato con un barcone in Sicilia nel maggio del 2016, dopo due mesi e mezzo di viaggio, proveniente da Kindia, una città della Guinea. Ha fatto subito amicizia con tutti, avendo sempre una parola buona per chiunque, senza mai lamentarsi. In pochissimo tempo ha imparato in modo eccellente l’italiano, sia lo scritto, sia il parlato. “In prima media non ha mai riferito nulla del suo passato, né gli è stato mai chiesto – aggiunge la prof.ssa Maggiore – per rispettare il suo volere e i suoi tempi. Solo a metà del secondo anno si è sentito pronto a raccontare cosa i suoi occhi hanno visto e cosa ha dovuto affrontare: sicuramente realtà più grandi e più complesse. Questa esperienza vissuta a scuola ha confermato la nostra “sicilianità”, caratterizzata da spirito d’accoglienza, tolleranza e valorizzazione della diversità”. Al suo arrivo in Sicilia, Yassine ricorda solo una telefonata fatta alla mamma caratterizzata esclusivamente dal pianto, una commozione continua che non poteva dar spazio alle parole, un pianto di gioia e di speranza.
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