L’esclusione dell’indissolubilità del vincolo e della prole, sono tra le prime cause di nullità dei matrimoni.
E’ quanto emerso dalla relazione del vicario giudiziale del Tribunale interdiocesano, monsignor Antonino Legname, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario Tribunale ecclesiastico interdiocesano siculo che si è svolta nella sala “Salvatore Pappalardo” della Facoltà teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”.
“Confrontando i capi di nullità nelle cause introdotte nell’anno 2018 – ha detto mons. Legname – emergono alcuni dati significativi come l’esclusione dell’indissolubilità del vincolo che in una società liquida come quella dioggi, significa come tanti nostri giovani non si sposano con la volontà di celebrare un matrimonio indissolubile e per tutta la vita. I giovani d’oggi, come ha detto più volte Papa Francesco, hanno paura degli impegni stabili e definitivi“. Al secondo posto si colloca il capo dell’esclusione della prole. Papa Francesco ha usato parole dure quando ha detto che ci sono coppie di sposi che invece dei figli preferiscono adottare e coccolare cani e gatti. Altri ancora si sposano senza essere consapevoli degli impegni che assumono con il matrimonio. Sono, infatti, in forte aumento le richieste di nullità per problemi di natura psichica o psichiatrica“.
Il vicario giudiziale ha, poi, ribadito che i pastori in cura d’anime sono chiamati a verificare con più attenzione e competenza, specialmente nella fase prematrimoniale, le convinzioni dei fidanzati circa gli impegni irrinunciabili che devono assumersi per la validità del loro matrimonio. “Occorre un serio discernimento – ha proseguito mons. Antonino Legname – per evitare che i fidanzati arrivino al matrimonio con superficialità, per convenienze sociali o per impulsi emotivi, senza la capacità e la responsabilità di onorare gli impegni del matrimonio che celebrano“.
Legname si è pure soffermato sulla gratuità delle cause di nullità matrimoniale. “Purtroppo, circolano fake news in merito ai costi delle cause per ottenere la dichiarazione di nullità matrimoniale – ha detto mons. Legname – anche per questo motivo tante persone rinunciano ad iniziare il procedimento canonico per verificare la validità o meno del loro matrimonio fallito. Ogni persona che ha contratto le nozze nella Chiesa cattolica, in caso di fallimento, ha il diritto di conoscere la verità sulla validità del matrimonio celebrato; la mancanza di disponibilità economiche non deve mai costituire una limitazione nell’esercizio di un tale diritto“.
Nel 2018 in 39 hanno goduto del gratuito patrocinio e della riduzione della spese, mentre sono state 11 le cause introdotte e patrocinate dal patrono stabile. L’auspicio è che i Vescovi del Teis possano approvare quanto prima il nuovo Regolamento del Tribunale adattandolo alla situazione locale“.
Nel suo intervento introduttivo l’arcivescovo mons. Corrado Lorefice ha ricordato come fin dall’inizio, il Tribunale siculo ha dovuto affrontare la sfida per mettere in atto le nuove norme del Motu proprio di Papa Francesco, “Mitis Iudex Dominus Iesus” per la Chiesa latina, datato 15 agosto 2015, che riforma il processo canonico per la dichiarazione delle cause di nullità del matrimonio. “Noi Vescovi, in più occasioni, abbiamo riflettuto insieme sulle modalità da adottare per recepire e attuare, nel miglior modo possibile – ha detto – i criteri e le modalità normative del testo Pontificio, anche in riferimento alla struttura e all’organigramma del Tribunale Interdiocesano, di cui fanno parte quattordici diocesi della Sicilia. Sulla base di una prassi già consolidata nel Tribunale Ecclesiastico Regionale Siculo, si sono mantenute le Sedi istruttorie periferiche nelle singole Diocesi, per favorire il più possibile la prossimità tra i fedeli, che si rivolgono al Tribunale per verificare la nullità o meno del loro matrimonio, e il Giudice”.
La lectio magistralis è stata svolta da mons. Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi. “È oggi più che mai importante esaminare quale sia la volontà reale – ha detto – di coloro che chiedono di sposarsi in Chiesa. L’invito del santo Padre a una conversione pastorale delle strutture ecclesiali si dovrebbe tradurre in una più attenta valutazione della situazione delle singole persone, aiutandole ad accettare il disegno divino sulla famiglia insito nei loro cuori”.
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