Tre ordinanze di sgombero per costruzioni abusive ed una per le condizioni igieniche precarie in cui viveva una signora anziana che aveva in casa un cane e tre gatti, sono state emesse sono state emesse dalla Direzione n. 9 Governo e pianificazione del territorio arch. Maria Piazza e dal sindaco Patrizio Cinque. Le ordinanze di sgombero per costruzioni abusive sono le numero 72, 73 e 74 del 13 dicembre scorso. La prima è stata emessa in quanto non è stata data esecuzione ad una precedente ordinanza del 7 agosto 2018, di demolizione dell'edificio per civile abitazione costituito da una elevazione fuori terra il cui corpo di fabbrica ha la superficie di metri quadrati 150 circa ed è costituito da quattro vani realizzato il massetto in cemento armato con i muri perimetrali costituiti da tufi. I vigili hanno rilevato anche la realizzazione delle aperture con gli infissi e la copertura di tipo spiovente che era in fase di preparazione con travi in legno adagiate su armature preparate per il cordolo in cemento armato. Il terreno su cui insiste l'immobile è catastalmente individuato nel Piano regolatore generale approvato con decreto del dirigente generale del dipartimento regionale urbanistica ricade in zona E/1 verde agricolo e realizzato entro la fascia di 150 metri dal limite della battigia dove vige il vincolo di inedificabilità assoluta e dove sono consentiti solo interventi edilizi relativi ad opere ed impianti destinati alla diretta fruizione del mare nonché la ristrutturazione degli edifici esistenti senza alterazione dei volumi già realizzati e inoltre ricade in zona sismica. Considerato che o comproprietari non hanno ottemperato alla citata ordinanza di demolizione entro il termine come risulta dalle verbale della Polizia municipale di Aspra del 26 novembre 2018, l'amministrazione comunale ha dichiarato l'acquisizione gratuita di diritto al patrimonio del Comune di Bagheria delle opere abusivamente realizzate e accertate alla data del sopralluogo per la verifica dell’inottemperanza e nello stato di fatto in cui ora si trovano e di quella necessaria circostante. L’ordinanza numero 73 si riferisce ad una sanzione amministrativa pecuniaria di importo compreso fra 2.000 euro e 20.000 euro in quanto a seguito di un sopralluogo del 26 novembre redatto dal locale comando di polizia municipale è stato accertato che i proprietari non hanno ottemperato alla ingiunzione di demolizione precedente. La terza ordinanza si riferisce alla demolizione a seguito del verbale di accertamento del 29 maggio 2017 redatto dal comando dei vigili urbani dal quale si evince che il terreno in aderenza ad una cisterna in muratura di non recente costruzione di metri quadrati 10,50 sono stati realizzati tre vani che occupano complessivamente un'area di metri quadrati 45 circa tutti allineati ed attaccati tra di loro ma non comunicanti realizzati con materiale in parte in legno e in parte con pannelli coibentati, il primo vano è adibito a wc doccia, il secondo a cucina è costituito da una struttura realizzata con profilati metallici sormontati da lastre ondulate e il terzo a camera da letto è stato realizzato sotto una tettoia costruita da profili metallici sormontati da lastre ondulati tutti i vani risultano pavimentati in tutta l'area di metri 150 circa è stato realizzato un battuto cementizio sono stati inoltre posizionati un serbatoio di polietilene per la riserva d'acqua. Il Comune ha ingiunto i proprietari entro il termine di 90 giorni dalla data della notifica a demolire tutte le opere realizzate in assenza di atti autorizzativi ricadenti nel terreno costruito entro 150 metri dalla battigia e di ripristinare lo stato dei luoghi. Se non si procederà nel termine di 90 giorni i beni saranno acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune. Sono fatti salvi eventuali provvedimenti della Soprintendenza ai Beni Culturali e ambientali, dell'ufficio del genio civile e dell'autorità giudiziaria. Avverso i provvedimenti potrà proporsi entro 60 giorni dal ricevimento dell'ordinanza ricorso giurisdizionale al tribunale amministrativo regionale di Palermo o straordinario al presidente della regione. E sono tanti coloro che ricorrono al Tar, infatti la giunta municipale ha autorizzato il sindaco a resistere in giudizio in nome e per conto del Comune a seguito di notifica di diversi ricorsi per il diniego definitivo all'accoglimento dell'istanza di condono edilizio. La difesa del comune verrà assunta dall'avvocato Claudio Trovato.
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