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Bagheria. Protestano gli ex lavoratori delle aziende Ati group.



Sono senza ammortizzatori sociali e attendono il tfr da due anni, da quando cioè sono stati licenziati. Sono gli ex lavoratori delle aziende Ati group di villa S anta Teresa che facevano capo al manager della sanità Michele Aiello che ieri mattina hanno organizzato una protesta davanti agli uffici amministrativi di villa Santa Teresa in via Città di Palermo. In totale una cinquantina di lavoratori edili degli ottanta iniziali licenziati un paio d'anni fa, creditori di alcuni stipendi e del trattamento di fine rapporto. Quelli che mancavano sono coloro che in questi anni hanno maturato il trattamento pensionistico e pertanto non hanno più nulla a reclamare. Subito dopo il licenziamento hanno costituito una cooperativa per partecipare a gare d'appalto e lavori e che a causa degli costi di gestione sono stati costretti a chiuderla. I lavoratori ieri erano accompagnati dalle sigle sindacali di categoria come la Fillea Cgil di Palermo che aveva sollecitato con una lettera l’Agenzia per i Beni confiscati e i liquidatori delle società Ati Group, Ediltecnica ed Emar a trovare i fondi necessari per pagare i lavoratori. L'accordo per il quale il sindacato chiede il rispetto, era stato siglato il 30 novembre dello scorso anno. “Abbiamo chiesto per la seconda volta all’Agenzia di convocare una riunione per mettere in atto quanto concordato in merito ai pagamenti – afferma il segretario generale Fillea Cgil Francesco Piastra – In particolare si chiedeva che se le aziende non fossero state nelle condizioni di pagare con proprie risorse, l’Agenzia sarebbe intervenuta, verificando anche la possibilità di utilizzare fondi erariali. Il nuovo incontro deve servire a trovare soluzioni immediate e concrete per il soddisfacimento dei diritti dei lavoratori, che si trovano in stato di disoccupazione. E’ paradossale che aziende controllate di fatto dallo Stato non adempiano a quanto previsto dal contratto e dalle leggi in materia di lavoro”. A distanza di quasi due anni dal licenziamento la vicenda non trova soluzione.

"Abbiamo accettato a denti stretti il nostro licenziamento nell'agosto del 2016 - dichiara un rappresentante degli operai Santo Bologna - ma è nostro sacrosanto diritto ricevere le spettanze maturate e il trattamento di fine rapporto. Nella lettera di licenziamento che ci è stata invitata questo nostro diritto è stato messo nero su bianco, eppure dopo tutto questo tempo nessuno di noi ha visto sinora un centesimo. Speriamo che qualche rappresentante delle Istituzioni possa accogliere questo nostro appello per aiutarci ad affermare un nostro diritto".

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