“La chiusura del Museo del giocattolo e delle cere è un clamoroso danno all’immagine della città”. La denuncia arriva da parte del curatore Pietro Piraino Papoff, il quale snocciola tutte le inadempienze dell’amministrazione comunale che punta l’indice contro le inefficienze di palazzo Ugdulena. Il Museo del giocattolo è ospitato nei prestigiosi locali della Certosa di villa Butera, in virtù di un contratto di comodato d’uso siglato col Comune di Bagheria. Secondo Piraino la location non viene manutenzionata dall’amministrazione comunale. “L’impianto antincendio non funziona da sempre per un difetto di istallazione – dichiara Piraino – nemmeno l’impianto di aria condizionata non ha mai funzionato perché il contatore Enel è insufficiente, il giardino e a rischio incendio perché non liberato dalle erbacce il cui compito e per contratto riservato al Comune e la pulizia interna, pure di pertinenza del Comune è sempre stata fatta da me e da mia figlia. Inoltre l’impianto antifurto e antintrusione collegato con la Stazione dei Carabinieri e da mesi fuori uso e l’impianto di video sorveglianza è stato sostituito da noi che ne ricompenseremo i costi non versando al Comune il 50 per cento dello sbigliettamento sino al recupero dei costi sostenuti”. Anche gli affreschi del Velasco, a causa della mancata manutenzione sono in rovina e si sono verificati anche cadute di intonaci della facciata e del pronao. “Vorrei ricordare ai nostri amministratori – prosegue Piraino – che Bagheria non può essere presentata al mondo per il suo sfincione, ma per la sua storia, per il suo patrimonio artistico, culturale e ambientale e per i suoi uomini degni di ogni lode e da tutti invidiati”. L’elenco delle cose che non vanno, secondo una relazione del curatore del Museo del giocattolo inviata all’amministrazione comunale, non è finito. La stanza sotterranea che contiene le cisterne dell’acqua, le autoclavi, le pompe anti incendio e tutti i quadri elettrici non sarebbero mai impermeabilizzati per cui quando piove o si innaffia, l’acqua filtra sui quadri e sui macchinari mettendoli in corto o bruciandoli. Il contratto parla anche di una attività didattica per gli alunni delle scuole di 200 ore annue che è mai partita perché il Comune non si è attivato per organizzare gli stage con le scuole e perché non ha mai provveduto all’acquisto dei necessari materiali d’uso. “La totale assenza di pubblicità, di segnaletica turistica, di comunicazione e di mezzi di trasporto per il collegamento delle visite turistiche – conclude Pietro Piraino Papoff – scoraggiano ogni desiderio o volontà di chi può essere interessato a conoscere le bellezze artistiche di Bagheria”. Ieri pomeriggio, chiamata in causa, l’amministrazione, anche tramite l’ufficio stampa, ha preferito non rispondere alle richieste del curatore del Museo del giocattolo. Il Museo del giocattolo è posto previo decreto ministeriale a vincolo per l'alto valore demo-etno-antropologico e storico-artistico. Le collezioni nella quasi totale interezza, presente all’interno della Certosa di villa Butera contiene oltre mille pezzi che compongono la raccolta con le bambole senza tempo, gli abiti, le biciclette, le carrozzine, le trottole, i pattini, i pezzi di legno incrociati che parlano il linguaggio eterno dei bambini che giocano con nulla e con tutto. Tra essi la famosa pistola di legno, costruita per far giocare un bambino del campo di concentramento nazista di Mauthausen. L'arma giocattolo fu realizzata utilizzando il bossolo di una mitragliatrice come canna, e pezzi di legno e di filo spinato delle recinzioni come calcio.
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