Tanto tuonò che piovve. Dopo i continui e ripetuti attacchi frontali e i mormorii dei giorni scorsi è stata presentata ieri alla segreteria del Comune, la mozione di sfiducia contro il sindaco Patrizio Cinque che in calce porta la firma di 15 consiglieri di opposizione i quali sono consapevoli del fatto che se sarà sfiduciato il primo cittadino, seguiranno la sua stessa sorte e si andrà a nuove elezioni. I consiglieri di opposizione proponenti la mozione di sfiducia a norma dell’articolo 69 dello Statuto comunale contestano al sindaco le gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico – amministrativa, oltre che per gravi inadempienze programmatiche. Ecco i nomi dei consiglieri che hanno firmato la mozione di sfiducia e chiedono la convocazione di una seduta del Consiglio comunale straordinaria: Maddalena Vella, Massimo Cirano, Emilio Finocchiaro, Domenico Di Stefano, Emanuele Tornatore, Michele Rizzo, Rosario Giammanco, Biagio D’Agati, Piero Aiello, Filippo Maria Tripoli, Giuseppe Cangelosi, Paolo Amoroso, Maurizio Lo Galbo, Angelo Barone e Carmelo Gargano. “È arrivato in momento di interrompere la sindacatura di Patrizio Cinque a Bagheria – si legge in una nota del Circolo del Partito democratico di Bagheria – stamattina (ieri per chi legge ndr) tutti noi consiglieri di opposizione abbiamo presentato la mozione di sfiducia al primo cittadino”. Tra le critiche che vengono mosse a carico del primo cittadino, in carica dal mese di giugno del 2104, quindi, comunque in scadenza di mandato nella prossima primavera, la gestione del cimitero comunale, la costituzione dell’azienda partecipata Amb che gestisce molti servizi comunali, la gestione del servizio dei rifiuti, l’abusivismo edilizio, la gestione del Museo civico “Renato Guttuso”, le aree verdi, il servizio idrico, la pubblica illuminazione, i finanziamenti e lo sviluppo, il dissesto economico, il trattamento nei confronti dei cittadini diversamente abili, l’adozione delle strisce blu. Tutti i punti sono argomentati in una relazione, in cui i consiglieri chiedono conto dei conflitti d’interesse, appalti assegnati, obiettivi programmatici non raggiunti. Sullo sfondo la vicenda dell’ecomostro e della gestione di tutta la questione delle demolizioni, il mancato ampliamento del cimitero con tutto ciò che ne è conseguito la situazione igienico-sanitaria della città a causa delle discariche disseminate lungo le strade e le piazze e la Tari, la tariffa per il ritiro e conferimento dei rifiuti, ritenuta troppo alta. “La mozione è l’atto di una opposizione improduttiva che ha guardato noi uscire dal dissesto, stabilizzare i precari, aprire tre asili, riaprire il museo Guttuso, garantire i diritti ai servizi per gli studenti disabili, realizzare con l’Asp il nuovo Pte, creare l'Eiam, avviare l'amministrazione condivisa, l'approvazione di 11 bilanci, la manutenzione delle scuole e la gara per il Gramsci, l'Uvm, e non ultimo la creazione del polo infanzia con il nuovo centro affidi. I progetti per villa ex Castello e teatro Butera e tanto altro ancora di cui rendiconteremo”. E’ quanto afferma il sindaco Patrizio Cinque, il quale aggiunge: “Non temiamo il confronto e risponderemo su ogni singolo tema. La mozione in Consiglio non passerà perché non hanno i numeri e sarà l'ennesimo spreco di risorse. Passerò ogni singolo minuto che mi lega al mandato popolare a risolvere i problemi che abbiamo dovuto affrontare. Siamo certi di aver avviato un percorso di risoluzione dei problemi della città e tanto altro ancora c'è da fare. Presto spiegheremo tutto ai cittadini”.
La norma in vigore indica che la mozione di sfiducia deve essere discussa entro 30 giorni dalla richiesta, pertanto una seduta del Consiglio comunale dovrebbe essere tenuta prima di Natale in pieno clima festaiolo. Ai sensi dell'art. 52 del decreto legislativo n. 267/2000, la mozione di sfiducia deve essere approvata dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio, intesa nella metà più uno dei componenti effettivamente in carica, sulla base dell'orientamento giurisprudenziale espresso dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 3082 del 18 marzo 2003. Nel 2014 il Consiglio comunale sfiduciò l’allora sindaco Vincenzo Lo Meo che terminò anzitempo sulla fine della legislatura, insieme ai 30 consiglieri comunali, 21 dei quali avevano presentato la mozione di sfiducia.
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