BAGHERIA “Riconsegneremo ai bagheresi la splendida costa e il meraviglioso mare che la mafia gli aveva sottratto”. Sono le parole dei sindaco Patrizio Cinque, pronunciate stamani, a margine dell’operazione di sgombero da parte dei vigili urbani, del residence confiscato alla mafia al boss “Scarpuzzedda” in via Perez 101, a Mongerbino sul territorio di Bagheria. Il residence composto da otto appartamenti, risultava occupato da diversi nuclei familiari che comprendevano 20 persone con 7 minori di cui uno di appena due mesi ed una donna incinta. La maggior parte degli occupanti non era presente ed aveva già ottemperato all’ordinanza di sgombero emessa dal Comune. “È un’operazione compiuta in sinergia tra Comune e forze dell’ordine per ristabilire la legalità in un immobile simbolo di mafia ed illegalità – aggiunge il sindaco Patrizio Cinque – occupato dal 2017 a più riprese dove sono stati eseguiti lavori ulteriori”. L’operazione è stata coordinata a seguito di un incontro in Prefettura e in Questura. Gli occupanti che erano assistiti anche dalle assistenti sociali non hanno accettato la soluzione prospettata dalle assistenti sociali per garantire una sistemazione ai minori e alle loro madri in caso non trovassero una ospitalità presso i parenti. Sul posto uno schieramento di forze dell’Ordine nell’ordine di circa 50 uomini e donne tra polizia, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto oltre alla Prefettura, Comune oltre 15 agenti di polizia municipale e assistenti sociali ed azienda sanitaria provinciale, 118 e anche il deputato nazionale del Movimento 5 stelle, componente della VIII commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, Caterina Licatini e l’assessore al Bilancio Maria Laura Maggiore. L’immobile confiscato negli anni ‘90 a Giuseppe Greco dove c’è il vincolo ambientale di inedificabilità perché costruito entro i 150 metri dalla battigia, nel 1994 fu confiscato ed assegnate nel 2003 alla Compagnia del comando provinciale dei carabinieri che avrebbe dovuto realizzare alloggi di servizio. Al momento della richiesta della licenza per effettuare lavori di adeguamento, il Comune ha risposto che non sarebbe stato possibile in quanto l’immobile era insanabile perché abusivo. Successivamente il Comune chiese l’assegnazione all’ufficio confische dello Stato per realizzare un Centro culturale dove promuovere la cultura della legalità. “Rilancio la proposta di creare qualcosa di importante dal punto di vista simbolico – aggiunge il sindaco – che va dalla liberazione della costa con accesso ai cittadini fino alla demolizione del manufatto.
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