ALTAVILLA MILICIA - Da ieri, quella che era la residenza esclusiva di un imprenditore mafioso in un tratto di costa mozzafiato, è divenuta Centro di educazione ambientale dove si svolgeranno attività per i cittadini ed in particolare per i bambini che potranno studiare il mare, i fondali e svolgere attività in un centro multimediale appositamente allestito. È questa la nuova destinazione della stupenda villa sul mare confiscata alla mafia ad Altavilla Milicia nel 2000 e affidata al Comune per attività sociali. Ieri mattina l’inaugurazione del “Progetto Nemo” del consorzio Ulisse dove è stato pure realizzato uno spazio multimediale. Previsto un finanziamento triennale della “Fondazione con il Sud” che ammonta a 370.000 euro il cui obiettivo principale è quello di valorizzare la straordinaria risorsa del mare, al fine di promuovere la cultura della legalità, il rispetto e la tutela dell’ambiente. Pure ieri, il sindaco Pino Virga, presente alla manifestazione insieme a Dario Cartabellotta, dirigente del dipartimento regionale pesca, e Dario Flenda presidente del consorzio Ulisse, ha annunciato che nella zona l’amministrazione comunale ha abbattuto alcuni immobili abusivi e dopo la bonifica ha inaugurato un varco pubblico alla spiaggia con accesso anche ai disabili. “Questo è un bene che appartiene a tutti – ha detto Virga – e un luogo dove si fa legalità per formare buoni cittadini antimafiosi”. Nel suo intervento Dario Cartabellotta, ha detto che grazie alla Scuola internazionale di cucina del Mediterraneo, si potrà realizzare una conoscenza del cibo del mare. “Il Centro è di grande importanza perché si torna a parlare di antropologia e del mondo della pesca artigianale perché il mare è fonte di vita”. Da 6 anni la struttura è gestita dal Consorzio Ulisse dopo l’affidamento da parte del comune. “Insieme ai ragazzi vogliamo promuovere la cultura della legalità attraverso la risorsa naturale del mare – ha aggiunto il presidente consorzio Dario Flenda -. In una stretta connessione tra l'esperienza dei ragazzi che possono sperimentare sul campo la risorsa mare attraverso immersioni e spazi visuali nell’ecomuseo del mare e giochi interattivi”. L'idea nasce da una concezione che i beni confiscati possono essere demoliti o riutilizzati – ha affermato il progettista del museo Vincenzo Guagliardo – attraverso la riprogettazione di spazi interni abbiamo inteso invertire gli spazi rispetto alla precedente utilizzazione come inversione culturale perché questo non è un luogo circoscritto ma aperto al territorio”. Giuseppe Sanfilippo direttore di Azione costiera che comprende 10 comuni della fascia costiera che si sviluppa per circa 80 chilometri, ha ricordato che il Gac, Golfo di Termini Imerese punta molto sul turismo costiero. “Abbiamo un progetto pilota che prevede tre laboratori per valorizzare, cucinare e trasformare il pescato di prodotto non conosciuto. Con questo progetto il Centro può candidarsi per insegnare alle massaie come cucinare il pescato. Ciò è strategico per la valorizzazione della risorsa pesca e avviare percorsi virtuosi in un bene confiscato a disposizione dei giovani che possano conoscere il mare”. In atto funziona Scuola internazionale di cucina del Mediterraneo, che si sviluppa grazie a partner privati. “È una esperienza laboratoriale che si deve mantenere anche dopo – ha dichiarato Dario Flenda – insieme ai nostri partner: l’Associazione Land per lo studio di progettare gli spazi, la Blu Shark per la conoscenza del mare, l’Associazione Ali che lavora nelle scuole, Novi famiglia che gestisce comunità e centri animazione per bambini”. Durante la mattinata sono stati presentati i tre ambiti del progetto: Nemo Spazi visuali, che permette ai visitatori, con l’ausilio di visori e tecnologie di ultima generazione, di vedere, muoversi e agire in ambienti marini simulati dal computer come se si trattasse di ambienti reali; Nemo Dive, dedicato alla realizzazione di attività e corsi di diving, snorkeling, visite guidate in barca e Nemo Kids, uno spazio ludico, ricreativo ed educativo rivolto ai minori.
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